Ogni camionista lo ammetterà: guidare i piccoli camion non è mai stato entusiasmante.
In effetti, nella solida e rigida gerarchia degli autisti, chiunque guidi un camion da distribuzione, rischia quasi di non essere classificato come camionista.
Questo accade perché il sogno di bambino prevedeva esclusivamente che il camion avesse determinati requisiti che racchiudessero, possibilmente, aggettivi come «potente» e «grande».
D’accordo, anche gli adolescenti sognano serate romantiche in compagnia delle star del cinema preferite, finendo poi per sposare una vicina di casa. La vita, infatti, ci insegna a cogliere il bello di quello che abbiamo a disposizione.
Tanto che, quando mi hanno detto che avrei provato un camion da distribuzione, ammetto di aver pensato: «Tu vuoi uscire con me? Ma lo vedi che potrei essere tua sorella maggiore».
Solo per l’età, s’intende, non certo per la statura.
Poi sbuca uno Scania P280, che è il fratello minore, quello forse meno “cool”, lo svedese avventuroso che decide di portarti a fare una gita tra laghi e montagne o tra le vie delle città alla scoperta di posti sconosciuti, anziché prediligere le più gettonate mete ordinarie. E allora, perché non accettare?
LO SVEDESE AVVENTUROSO
Noi piccoli lo sappiamo bene: per poter innescare un minimo di interesse durante una serata in compagnia dobbiamo puntare tutto sulla simpatia. Però, è anche vero che siamo quel tipo di persone che non mettono in soggezione e con cui gli altri, in genere, si sentono a proprio agio.
Magnetar 280P è così, con il suo aspetto tipicamente Scania annulla ogni sensazione di soggezione. E quando mi ha proposto un bel giro sul Lago di Garda, sono saltata su all’istante, senza alcuna fatica, dicendomi: «Perché no?». Ma devo ammettere che una parte importante della risposta era anche giustificata dalla ridotta altezza da terra.
ANIMA PRAGMATICA
Funzionalità e praticità sono lo stile di vita di questo camion da distribuzione urbana. Lo chiarisce immediatamente, perché è un tipo diretto, senza fronzoli e giri di parole.
Cassettoni dietro ai sedili per riporre un cambio e quelle cose che devi sempre avere con te, soprattutto se parti all’avventura, e il pratico frigo centrale da poter aprire comodamente seduti sul sedile, in pelle e dotato di riscaldamento e ventilazione.
La loro struttura fa anche da base a una piccola branda per riposare durante le attese.
Più che un viaggio in tenda, sembra un piccolo bungalow. Avventuroso, ma con tutte le comodità essenziali.
IL TANTO IN VERSIONE FUNZIONALE
Alla guida invece, rispetto i grandi della casa, non ci sono differenze: ottima posizione di guida, volante con i comandi bassi tipici del Grifone e la classica console sulla destra, sotto lo schermo.
Lo ammetto, non sono mai stata amante di quei cruscotti carichi di pulsanti al pari di una plancia di un aeroplano. Mi danno un po’ un senso di opulenza.
Preferisco i cruscotti più snelli ed essenziali (sobri, diciamo), ma i pregiudizi vanno lasciati fuori dalla portiera e, per fare bene un test, è necessario entrare nella filosofia di un marchio per riuscire davvero ad apprezzare ciò che ti stanno presentando.
Scania sceglie un approccio metodico: a ogni tasto affida una funzione in modo tale che, una volta presa confidenza con l’accoppiata, riesci a lavorare in modo immediato, rapido e reattivo.
Nel caso della distribuzione, lavoro in cui devi fare i conti con il traffico cittadino, la fretta di chi lo popola e l’impertinenza di chi vuole passare a tutti i costi, essere veloci è un requisito fondamentale.
Magnetar è il tipo da fritto misto sulla spiaggia, una bottiglia di birra ghiacciata aperta con l’accendino e poi via, verso una nuova destinazione.
UN CAMION PER DUE… MOTORI
Pragmatico è anche il motore, che alla propulsione diesel ne affianca una elettrica. L’intenzione, mi spiega Anders, il driver Scania, è quella di muoversi verso l’elettrificazione con un atteggiamento più concreto e realistico.
Non tutti i settori lavorativi, non tutte le aziende sono organizzate al punto da poter calcolare in modo preciso l’autonomia di un veicolo. Anche perché la distribuzione non è sempre quella della raccolta rifiuti o del food&beverage in centro città, ma a volte richiede spostamenti più lunghi di un semplice circuito cittadino.
In più l’autotrasporto accoglie ancora tra le sue braccia innumerevoli imprevisti che, ad oggi, possono effettivamente essere gestiti proprio perché approcciati con una mentalità diesel-centrica. Si fa il pieno e si va, tanto poi un distributore si trova.
Diverso invece è per l’elettrico, che oggi (lo ripeto: oggi) non è ancora per tutti.
Scania sfrutta quello che è, effettivamente, un grande difetto del settore e lo fa diventare un’opportunità e pensa all’ibrido rendendo un falso mito il detto «Chi troppo vuole, nulla stringe» e dimostra che, unendo le forze, si fa meno fatica entrambi.
Il motore elettrico non solo può viaggiare in autonomia per circa sessanta chilometri (fino a un massimo di 50 km/h, nel rispetto dei limiti cittadini), ma sostiene il diesel nelle accelerazioni e nei momenti in cui sono richieste maggiori prestazioni, aumentando la potenza e diminuendo drasticamente i consumi.
Com’era? «Du gust is megl che uan».
ALLA GUIDA
Verona – Peschiera – Affi e ritorno.
Un primo appuntamento che esclude i luoghi comuni, inevitabile visto che anche Magnetar non rientra nei cliché.
Quando incontri qualcuno, devi considerarne la provenienza: ogni famiglia, infatti, ha tratti tipici che vengono trasmessi di generazione in generazione.
Un po’ come quando esci con una donna e ti dicono di conoscere sua madre per sapere come invecchierà.
Nei detti popolari c’è sempre un fondo di verità.
Lui, così ibrido, nonostante non sia un tipo da autostrada ma preferisce portarti a scoprire angoli di mondo in un modo che non credevi possibile, porta con sé il tratto tipico della famiglia da cui proviene, ossia la fluidità di guida e la precisione. Tra le bellissime strade del Garda, infatti, contornate dalle vigne e dai colori estivi, il paesaggio e la sensazione di guida sono stati letteralmente magnetici.
Perfetto nei cambi direzione, comodo ad affrontare le asperità della strada, manovrabilità indiscutibile (qui il terzo asse sterzante e l’assenza di sbalzo giocano un ruolo centrale) ed è anche un tipo che lascia ampio campo di veduta. E anche l’occhio, a maggior ragione in strada, vuole la sua parte.
Lui guida, tu controlli… un perfetto connubio tra pilota e navigatore.
IN CONCLUSIONE
Un test inaspettato quello con Magnetar che mi ha fatto rivalutare l’esperienza di trasporti meno desiderabili, trasformandoli in piccole avventure.
In questo settore, del resto, non sempre possiamo scegliere cosa guidare e dove andare (anzi).
Il suo pragmatismo trasforma i punti deboli in opportunità e con lui divertirsi anche nei piccoli cantieri e nelle vie della città diventa una certezza. Salite a bordo e lasciatevi trasportare: scoprirete che anche essere piccoli ha i suoi vantaggi.
Ritrovare lo spirito avventuroso a ridotto impatto ambientale, tipico dei viaggi plein air che mi piacciono tanto, in un camion è stato una magnetica… ops, magnifica sorpresa.