La Commissione per i Trasporti e il Turismo del Parlamento europeo (TRAN) spara alto sul tema della neutralità climatica. Il voto di tre giorni fa dell’organo UE sulla proposta per un regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR), infatti, fissa livelli molto impegnativi per quanto riguarda le strutture di ricarica.
In sintesi, la decisione TRAN prevede obiettivi di produzione di energia più elevati per i veicoli leggeri e pesanti; stazioni di ricarica in aree di parcheggio sicure; garanzie di prestazioni della rete elettrica. In più le scadenze sia per l’elettrico che soprattutto per l’idrogeno sono state anticipate, sebbene un sistema di prenotazione obbligatoria della tariffazione per i veicoli commerciali non sia entrato nella proposta di compromesso.
Scendendo più nel particolare, secondo la TRAN, per consentire all’UE di diventare climaticamente neutrale entro il 2050 «le auto e i veicoli commerciali leggeri dovrebbero essere in grado di ricaricarsi elettricamente ogni 60 km e i camion pesanti ogni 100 km. Inoltre dovrebbero essere disponibili centri di rifornimento di idrogeno ogni 100 km, mentre le navi dovrebbero utilizzare l’alimentazione elettrica a terra nei porti”.
Il progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, che è stato adottato con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni, punta così a «stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e a sostenere l’adozione di veicoli sostenibili».
Gli eurodeputati hanno concordato anche nel fissare obiettivi nazionali minimi obbligatori e hanno chiesto ai Paesi membri di presentare entro il 2024 il loro piano al riguardo.
Le ricariche (anche di idrogeno) in parcheggi sicuri lungo le reti TEN-T
Le stazioni di ricarica per camion e autobus dovrebbero essere installate, secondo il testo adottato, entro il 2026, ma solo reti TEN-T centrali, ovvero i grandi corridoi europei di transito (come ad esempio quello scandinavo-mediterraneo che parte dall’Europa del Nord arrivando fino a Palermo). Per gli altri veicoli la data è la stessa, ma riguarderebbe anche le principali strade europee.
A differenza della precedente proposta della Commissione europea, le stazioni di ricarica per veicoli industriali dovrebbero essere costruite più rapidamente all’interno di parcheggi sicuri e protetti: non una per parcheggio entro il 2031, ma due entro il 2028, con alcune esenzioni per le regioni ultraperiferiche, le isole e le strade con scarso traffico.
Gli eurodeputati hanno inoltre consigliato di «creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade europee rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e anche qui di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031)».
Il progetto di mandato negoziale prevede poi che «gli utenti di veicoli a carburante alternativo possano pagare facilmente, con il prezzo visualizzato per kWh o per kg, economico, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli». Infine, la TRAN intende creare entro il 2027 un punto di accesso UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.
Per l’IRU è la strada corretta
Le prime reazioni a questa decisione sui combustibili alternativi di notevole impatto sul mondo dei trasporti non si sono fatte attendere. L’IRU ha difatti accolto con favore il voto della Commissione Trasporti e ha esortato l’intero Parlamento europeo a votare il progetto allo stesso livello negoziale tra due settimane.
«La costruzione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi per la ricarica e il rifornimento dei veicoli – spiega l’IRU in una nota – è una condizione preliminare per una sostanziale decarbonizzazione del trasporto su strada. L’orientamento generale del Consiglio adottato all’inizio di quest’anno era stato deludente in termini di impegno degli Stati membri a sostenere il settore dei trasporti su gomma. Il voto TRAN riflette invece le richieste fatte dall’IRU negli ultimi mesi sulla necessità di un approccio più audace per costruire infrastrutture di ricarica e rifornimento alternative per il trasporto commerciale su strada».
“L’industria degli autotrasporti è pronta a fare la sua parte per contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo – ha affermato Raluca Marian, direttrice della Delegazione Permanente IRU presso l’UE – ma molto dipenderà dal tipo di quadro politico che sarà stabilito dai legislatori. Un quadro debole e poco ambizioso non servirà a nulla”.