La carenza di autisti fa paura. Non soltanto alle aziende di autotrasporto e al mondo della logistica, ma anche a quello produttivo. Lo dimostra in modo evidente la posizione espressa in questi giorni dall’ISOPA, l’Associazione europea di prodotti chimici (in particolare isocianati e polioli), in parte mutuata da una precedente analisi dell’ECTA (Associazione europea per il trasporto di sostanze chimiche), in cui si esprime – se possibile – una situazione ancora più critica di quella riscontrabile nel mercato in generale. Nel mondo della chimica, infatti, non soltanto si registra – come altrove – un aumento dell’età media dei conducenti, ma esistono anche vincoli normativi e formazione specifica che rendono il lavoro anche più gravato di responsabilità. Prova ne sia che «ogni anno si ritirano più conducenti di quanti ne entrano».
Per frenare questo saldo negativo esistono diversi modi. Uno decisivo, già proposto da ECTA, riguarda i tempi di attesa. Secondo questa associazione – citata da ISOPA – «circa il 30% delle spedizioni di prodotti chimici supera un tempo di attesa di 3 ore», considerando cioè il lasso di tempo che trascorre dall’arrivo del camion nel sito alla sua partenza. E sicuramente questa lunga e spesso incerta attesa diventa una forte motivazione per gli autisti a cambiare lavoro. Di conseguenza, nell’idea dei produttori chimici, rimuovendo tale fattore non soltanto si porrebbe un freno all’emorragia di conducenti verso altri lavori o verso altri segmenti di trasporto «meno impegnativi e in grado di garantire un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata» (per esempio, come gli autisti al servizio dell’e-commerce), ma «si incrementerebbe la loro produttività di almeno il 10%».
Facile a dirsi, ma come agire in concreto? Alla radice di tutto, secondo ISOPA, c’è «l’eccessiva ottimizzazione» nei siti di carico e scarico, che è avvenuta «a scapito di una maggiore flessibilità del conducente». In pratica, si è cercato di migliorare le procedure e di renderle più economiche in modo assolutamente «unilaterale» e, per tutta conseguenza, è stata generata una situazione non «più sostenibile» perché finisce per pesare sulla produttività degli autisti e sull’attratività stessa del lavoro.
Da qui ISOPA, in condivisione con ECTA, ha steso un elenco concreto di proposte per contenere la carenza di autisti e migliorare i processi di carico e scarico. In particolare, propone di:
- adattare e riconsiderare le pratiche di inventario del siti
- revisionare gli orari di apertura dei siti di carico/scarico
- assumersi la responsabilità di esternalizzare le operazioni del sito
- creare maggiore flessibilità di prenotazione degli slot
- relazionarsi ai conducenti con maggiore rispetto
- supportare le iniziative finalizzate a introdurre la registrazione dei varchi in modo digitale.