Transport & Environment, associazione no-profit che da oltre 30 anni promuove la sostenibilità del settore trasporti europeo, ha pubblicato uno studio in cui suggerisce alla UE di vietare la vendita di camion e autobus ad alimentazione fossile entro il 2035. T&E rappresenta 63 organizzazioni di 26 Paesi in tutta Europa, principalmente gruppi ambientalisti impegnati nella transizione ecologica dei trasporti.
«Camion e autobus rappresentano solo il 2% dei veicoli – si legge nel rapporto – ma sono responsabili del 28% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada in Europa. Se si vuole rispettare l’impegno del blocco per la neutralità climatica al 2050, gli ultimi camion e bus ad alimentazione fossile devono essere venduti non oltre il 2035».
«In caso contrario – aggiunge lo studio – l’impatto della circolazione di camion, autocarri e autobus potrebbe annullare l’intero risparmio di emissioni che verrà conseguito, nel decennio 2020-2030, con la progressiva elettrificazione di auto e furgoni. La crescita della circolazione dei mezzi pesanti, con emissioni aumentate di oltre un quarto dal 1990 al 2019, dovrebbe registrare un aumento ulteriore di emissioni del 44% tra il 2020 e il 2050, secondo le previsioni della Commissione UE (per gli autobus +72% nello stesso periodo)».
Sempre secondo la ricerca, camion e autobus consumano ad oggi il 42% del gasolio utilizzato dal trasporto stradale nella Unione Europea. Quindi la fine delle vendite di mezzi pesanti a combustione tradizionale al 2035 rappresenterebbe l’opzione più sostenibile e praticabile, anche perché un fermo vendite al 2030 dei mezzi pesanti a combustione interna potrebbe determinare impatti industriali troppo severi.
Se dal 2035 tutti i mezzi pesanti venduti fossero a zero emissioni, a restare in attività dopo il 2050 sarebbe solo un numero ridotto di veicoli diesel, peraltro mediamente più vecchi del ciclo medio di vita di questi mezzi (18 anni di media in Europa, quindi destinati di lì a breve a uscire comunque dalla logistica).
«Fissare invece la fine della commercializzazione di nuovi veicoli inquinanti al 2040 – sottolinea ancora T&E – comporterebbe invece l’emissione aggiuntiva di 644 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera rispetto allo scenario del 2035. Questo surplus di emissioni sarebbe pari al 4% del carbon budget totale rimanente della UE, equivalente cioè alla somma delle emissioni annuali da trasporto su strada di Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna e Polonia».
Lo stop ai mezzi pesanti endotermici al 2040 avrebbe inoltre nel 2050 il risultato di una flotta circolante composta ancora per un quinto da mezzi diesel, un problema difficile da risolvere senza misure drastiche e costose. T&E valuta, nello scenario 2035, che i camion a zero emissioni in circolazione nel 2030 sulle strade europee potranno essere 659.000, il che equivarrebbe, entro la fine del decennio, ad un risparmio di gasolio pari al 9% dei consumi del settore.
I consigli dell’associazione no-profit alla Commissione Europea in vista della revisione degli standard europei di CO2 per i veicoli pesanti, prevista per il prossimo novembre, sono in conclusione i seguenti:
- fissare l’obiettivo della riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035 per tutti i segmenti del trasporto merci, compresi i camion piccoli e medi, attualmente non regolamentati;
- puntare alla vendita del 100% di mezzi a zero emissioni al 2027 per gli autobus urbani, al 2035 per i pullman e al 2040 per i camion professionali;
- aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030 al 65% per camion medi e pesanti;
- garantire obiettivi intermedi nel 2027 per accelerare la transizione;
- introdurre standard di efficienza energetica per i rimorchi.