Il numero è da far tremare i polsi, ma in realtà le stranezze della storia che vi raccontiamo sta dietro i suoi protagonisti. GP Joule, società tedesca specializzata nella diffusione di energie rinnovabili, ha acquistato la bellezza di 5.000 camion elettrici da 40 tonnellate, alimentati con celle a combustili a idrogeno, per un valore di circa un miliardo di euro. A consegnarglieli – ed è qui la prima cosa anomala – non è un costruttore tradizionale di veicoli, ma un trasformatore o, per meglio dire, una società – peraltro quotata in borsa – che effettua quello che si chiama un retrofit, trasforma cioè nella sua sede di Amburgo camion, autobus e furgoni tradizionali in veicoli a zero emissioni tramite il ricorso a tecnologie a idrogeno. In pratica, compra camion nuovi, li alleggerisce della catena cinematica e poi li dota di un motore elettrico, di un sistema fuel cell e, in più, di sospensioni elettropneumatiche, di un assale anteriore idraulico e di un sistema di controllo di propria produzione. Sulla carta è il più grande contratto al mondo relativamente a veicoli di questo tipo, anche se ovviamente la consegna sarà diluita nel tempo, nel senso che inizierà nella seconda metà del 2023 per terminare nel 2027.
Come verranno prodotti i 5.000 camion
Per comprendere come Clean Logistics riuscirà a mettere in atto tutto questo, bisogna tenere presente che lo scorso luglio ha acquisito, tramite un investimento da 4,8 milioni di euro (1,8 contanti e gli altri in azioni proprie), un piccolo costruttore olandese di nome Ginaf, specializzato in autocarri per trasporto fuoristrada, edilizia, agricoltura, pulizia strade ecc. Una società attiva quindi in nicchie specifiche, supportata da uno stabilimento produttivo a Veenendaal, in cui realizzava circa 250 camion ogni anno, e da un centro di assistenza a Ederveen. Il tutto in Olanda. Fallita nel 2011, venne rilevata dalla cinese CHTC e poi ceduta nell’ottobre 2020 al management della stessa società che adesso lo ha girato alla società tedesca.
Con tale acquisizione Clean Logistics eredirita lo status di vero e proprio produttore, dotato quindi dei necessari requisiti di registrazione.
Cosa ci farà l’acquirente di 5.000 camion
Ma questo è soltanto il primo protagonista della storia. L’altro, forse ancora più interessante, riguarda l’uso che GP Joule farà di questi 5.000 veicoli. Perché in realtà questa società, confidando sull’apporto di almeno 500 dipendenti, già si occupa, per un verso, della produzione e della fornitura di idrogeno verde da fonti rinnovabili e, per un altro, di allestire e gestire stazioni di rifornimento di idrogeno. Da domani, quindi, potrà creare un unico grande pacchetto in cui infilare anche i camion. E in questo modo andrà a risolvere quel dubbio basilare della transizione – «vanno realizzati prima i veicoli con nuove alimentazioni o le reti di distribuzione – creandole esattamente insieme e fornendo alle imprese di autotrasporto e di logistica interessate a sposare questo tipo di transizione tutto quanto serve allo scopo.
Un concetto espresso chiaramente anche da Ove Petersen, CEO e cofondatore di GP Joule, quando afferma che «l’aspetto rivoluzionario della collaborazione tra un produttore di elettricità e idrogeno (come GP Joule) e un costruttore di autocarri (come Clean Logistics) è che la mobilità pesante sta diventando parte della nuova economia energetica sostenibile». E il fatto che si stabilisca un tale collegamento consentirà di espandere «la diffusione delle energie rinnovabili ancora più velocemente, senza cioè aspettare l’espansione delle reti elettriche».
In pratica Clean Logistics prenderà degli autocarri nuovi, li priverà della catena cinematica e quindi li doterà, oltre che di motori elettrici, di fuel cell e di un assale appositamente sviluppato, anche di uno speciale sistema di controllo che viene definito «HyBoss». GP Joule li prenderà e a chi è interessato a usarli gli fornirà anche l’infrastruttura di ricarica.
In più, lo stesso Petersen enfatizza il risvolto ambientale dell’operazione visto che un camion diesel per percorrere 100 mila km annui consuma 25 litri di gasolio ogni 100 km emettendo nell’aria circa 65 tonnellate di CO2. Di conseguenza i 5.000 camion a idrogeno della fornitura saranno in grado di risparmiare all’ambiente 325 mila tonnellate di CO2 ogni anno. uso sarà quindi in grado di risparmiare più di 325.000 tonnellate di CO2 all’anno. Infine, lo stesso CEO non manca di sottolineare i connotati politico-economici della vicenda in quanto «la produzione di idrogeno è utile al sistema e garantirà la sicurezza dell’approvvigionamento del Paese in futuro. Perché quando il vento non soffia e il sole non splende, solo l’idrogeno verde fornirà le quantità necessarie di energia rinnovabile e quindi anche la sovranità e l’indipendenza».