Ci sono 90 mila aziende di autotrasporto in Italia e circa 1,17 milioni di autisti. Persone e imprese che svolgono un ruolo essenziale spesso dimenticato dall’opinione pubblica e quindi dalla politica. Prova ne sia che nei programmi dei partiti politici che si presentano alle elezioni del prossimo 25 settembre la parola «logistica» o peggio ancora quella «autotrasporto» non compare mai.
Bene ha fatto quindi l’associazione Agorà 2.0 MT – tenuta in vita dagli sforzi di tanti volontari – a stilare un documento programmatico in cui compaiono una serie di punti da concretizzare al più presto per salvaguardare il settore. Un programma, costruito con tante richieste e soluzioni, inviato a tutti gli attori politici in campo in questa campagna elettorale. Abbiamo pensato di riprendere ogni giorno alcuni argomenti di questo documento, nella speranza di fornire un contributo costruttivo al dibattito. Partiamo con quello che tratta il tema della tutela delle imprese italiane e quello sul welfare, che include il riconoscimento come «usurante» del lavoro di autista di veicoli merci al pari di quello ottenuto per chi conduce veicoli utilizzato in ambito urbano per trasportare persone.
Tutela delle imprese italiane
- Agorà 2.0 chiede da anni l’introduzione di un sistema di controllo digitale integrato (GNSS) per monitorare il traffico veicolare medio e pesante. Dovrebbe essere esteso su scala europea e coprire ogni automezzo che transiti per la rete viaria interessata, così da contrastare cabotaggio illegale, contrabbando di carburante, traffico illecito di rifiuti, evasione fiscale e contributiva, ma anche per favorire la tracciabilità delle merci e i controlli sulla correttezza dei distacchi transazionali dei dipendenti e quelli sulle attività fittizie di aziende delocalizzate o esterovestite.
- Agorà 2.0 chiede poi di aumentare una serie di controlli. In particolare, quelli stradali nei week end con cui verificare il divieto di riposo regolare in cabina previsto dalla normativa comunitaria 561/2006 (quello di 45 ore); quelli con cui combattere l’abuso indiscriminato e fraudolento della pratica di attività transfrontaliera tra paesi terzi o comunitari condotta con automezzi o da società di schermo esterovestite o artatamente delocalizzate ai fini dell’evasione e della frode fiscale.
- La subvezione secondo Agora 2.0 dovrebbe essere confinata al 10% dei viaggi rispetto alle aziende con una flotta superiore a 10 veicoli e praticamente vietata in quelle sotto a tale soglia.
- I titoli abilitativi per chi proviene da paesi extra Ue secondo Agorà 2.0 non dovrebbero essere riconosciuti, mentre su quelli già rilasciati in conversione andrebbero condotti maggiori controlli per diradare e contrastare la pratica della «compravendita di patenti».
- L’attesa al carico e allo scarico dovrebbe essere contenuta secondo Agorà 2.0 a un massimo di 2 ore. Il superamento di tale limite dovrebbe essere sottoposto a penale, introducendo pure un parametro di franchigia sui tempi programmati dalla committenza per il carico e lo scarico merci.
Le politiche di welfare
- Il cavallo di battaglia di Agorà 2.0 in questo ambito è il riconoscimento della tipologia di lavoro “usurante” a favore degli autisti professionisti, affiancato dall’introduzione di un limito massimo di servizio fissato a 60 anni e superabile soltanto per chi si reimpiega in attività di formazione e di consulenza e di supporto alla catena logistica. In questo modo, infatti, sarebbe favorito il turnover con giovani da introdurre nella filiera.