La Francia è fortemente interessata a promuovere l’intermodale. Lo dimostra il fatto che, a partire dal 27 luglio scorso, un decreto n. 2022-1045, pubblicato il 25 luglio, autorizza – seppure a titolo di sperimentazione – la circolazione sull’intero territorio nazionale di autoarticolati con minimo quattro assi che coprono la parte stradale di un trasporto combinato di merci, anche se superano il ​​peso totale autorizzato dal codice della strada, rimanendo però entro le 46 tonnellate.
Come detto è un tentativo sperimentale, che durerà nel complesso 18 mesi e quindi sarà in vigore per tutto il 2023 e a quel punto, entro sei mesi di tempo, un apposito comitato sarà chiamato a valutare in dettaglio l’impatto della misura dal punto di vista ambientale, infrastrutturale e della circolazione e della sicurezza stradale. Ma soprattutto dovranno cercare di capire se effettivamente l’innalzamento a 46 tonnellate del limite di peso generi conseguenze positive sul trasporto intermodale e quindi in qualche modo lo favorisca in termini di costi.
L’intermodalità a cui si guarda non soltanto quella che dalla strada transita per la ferrovia o per il mare, ma pure quella fluviale, che in Francia 6,7 miliardi di tonnellate-chilometro e pesa percentualmente poco meno del 2% dell’intero traffico del paese.