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Finestre di carico più ampie e mezzi saturi: i consigli di GS1 per limare le attese

La maggior parte dei Ce.Di. riceve solo la mattina e soltanto il 21% apre dopo le 13. In più, la merce “pagante” occupa meno del 50% della capacità di carico. Partendo da questi due limiti un gruppo di lavoro di ECR Italy, insieme a ricercatori della LIUC Università Cattaneo e del Politecnico di Milano, hanno elaborato uno studio in cui evidenziano criticità del sistema e possibili evoluzioni. Concentrandosi soprattutto su organizzazione e digitalizzazione

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Ampliare le finestre di scarico e migliorare la saturazione dei mezzi. Sono queste le due soluzioni individuate dal nuovo studio GS1 Italy, in ambito ECR, per rendere la logistica più efficiente, sostenibile e collaborativa. Partendo dalle criticità e dalle esigenze di una trentina di imprese, tra retailer, produttori e operatori logistici e dall’analisi di un team di ricercatori della LIUC Università Cattaneo e del Politecnico di Milano, la nuova ricerca – intitolata «Migliorare l’efficienza logistica: una questione di slot e saturazione mezzi» – si è concentrata in particolare su due soluzioni concrete in grado di apportare ottimizzazioni al processo di consegna delle merci ai Centri Distributivi (Ce.Di.) della GDO e di alleggerire la crescente pressione sulla logistica del largo consumo. 

«La prima soluzione identificata e approfondita da questo lavoro – spiega Giuseppe Luscia, ECR project manager di GS1 Italy – è l’ampliamento delle finestre di scarico presso i Centri Distributivi della GDO, mentre la seconda è il miglioramento della saturazione a volume dei mezzi di trasporto». All’origine di tale considerazione c’è un’analisi della situazione attuale e delle aree di maggiore criticità. Così, partendo dall’evidenza che attualmente la maggior parte dei Ce.Di. riceve solo la mattina e soltanto il 21% apre dopo le 13, è stato verificato come l’estensione delle finestre giornaliere di ricevimento presso i Ce.Di. della GDO possa dare un contributo al miglioramento del rispetto delle date di consegna e alla riduzione delle attese allo scarico da parte dei trasportatori e degli operatori logistici, consentendo così anche di massimizzare le ore di guida degli autisti. Risulta quindi importante rimodulare l’approccio consolidato dei retailer, dei produttori e degli operatori logistici, da un lato, per ampliare le finestre di ricevimento e, dall’altro, per modificare la pianificazione delle attività di consegna al fine di garantire un adeguato volume di attività nelle ore pomeridiane o serali

I contributi della digitalizzazione

«La maggior parte dei Ce.Di. intervistati – si legge nello studio – dichiara che la capacità di ricevimento massima giornaliera è tarata per gestire almeno il 50% in più della media giornaliera di UdC in ingresso: cosa possibile sia allungando la finestra giornaliera di ricevimento a parità di addetti allo scarico, sia aumentando il numero di persone coinvolte nel ricevimento senza modificare eccessivamente l’organizzazione complessiva delle attività, a patto che tale incremento sia di natura temporanea». 
Inoltre, anche la produttività in fase di ricevimento cambia rispetto a ogni singolo Ce.Di., in quanto dipende dall’organizzazione del lavoro e risulta senza dubbio facilitata dalla digitalizzazione dei processi della supply chain. Al riguardo può essere utile considerare che, dietro a una produttività media unitaria al ricevimento pari a 21 UdC all’ora/addetto, esistono poi valori che scendono a 17 o salgono a 30 proprio in quei Ce.Di. in cui si impiegano maggiormente tecnologie e ci si avvale di procedure in grado di velocizzare le operazioni di magazzino, risparmiando sul numero degli addetti. 

Le rotazioni nelle baie di ricevimento

Altro dato interessante è che se in media una baia di ricevimento gira 1,4 volte al giorno, nei fatti può scendere a 1 o salire anche oltre 2,5 rotazioni. E anche qui la differenza è giustificabile in virtù del fatto che il numero di mezzi che attracca nella medesima baia nell’arco di un giorno dipende sia dall’estensione della finestra di ricevimento (vi sono Ce.Di. del panel che ricevono anche la sera) sia dalla produttività degli addetti in fase di ricevimento.

I vantaggi e criticità della prenotazione

Ugualmente interessante è quanto emerge dal ricorso, già diffuso nel 75% dei casi, agli slot di prenotazione. Perché laddove esiste una prenotazione il tempo medio di attesa è di poco più di un’ora ed è compreso in un intervallo che va da 45 a 100 minuti. Al contrario, i vettori in arrivo senza prenotazione sostano mediamente per 160 minuti e possono arrivare anche 5 ore. 

Anche dai riscontri provenienti dalla GDO questa considerazione è confermata, perché viene fuori che chi arriva allo scarico privo di prenotazione attende un tempo minimo di 125 minuti, che è comunque superiore a quello massimo di chi ha prenotato
Anche se, per valutare nel complesso la situazione, va ricordato che la maggior parte dei Ce.Di. che si affidano a sistemi di prenotazione richiedono la consegna delle bolle (accettazione) almeno 30 minuti prima della finestra prenotata. 

In ogni caso anche se il sistema degli slot prenotati è funzionale, presenta dei limiti. Quello, per esempio, relativo alla necessità di prenotare lo slot con un certo anticipo rispetto al giorno di consegna previsto/concordato. Se non si prenota con almeno 2-3 giorni di anticipo, infatti, si rischia di non trovare nessuno slot disponibile oppure di trovare slot liberi «ma in fasce orarie scomode per i trasportatori – si legge nello studio – che, dovendo ottimizzare la risorsa “autista” facendogli fare più consegne o prese nell’arco della giornata, si vedrebbero costretti a far fare soste prolungate tra due consegne limitrofe consecutive».

L’ottimizzazione dei veicoli

Un’ulteriore spinta all’ottimizzazione del processo di consegna consiste nella ricerca della massima saturazione volumetrica degli automezzi in partenza dalle fabbriche o dai depositi dei produttori e dei loro operatori logistici, visto che oggi mediamente la merce “pagante” occupa meno del 50% della capacità di carico di un automezzo. Lo studio fornisce gli elementi per comprendere se le unità di carico sono riconvertibili a un’altezza standard così da migliorare la saturazione a volume in fase di trasporto e ridurre la complessità nell’attività di scarico in banchina all’interno dei Ce.Di. La maggiore saturazione a volume permetterebbe di ridurre il numero di viaggi non solo dal punto di vista ambientale ma, soprattutto in questo momento, per sopperire alla carenza cronica di autisti. «Lo studio conferma – conclude Lascia – quanto sia fondamentale collaborare a livello di filiera per creare nuovi gradi di libertà nel sistema che possano tradursi in maggiore efficienza e disponibilità di trasporto».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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