I 500 milioni che l’autotrasporto attende dallo scorso marzo sono fermi da mesi a Bruxelles. E soltanto oggi, stando a un comunicato diffuso da Unatras, «la Direzione generale della Commissione europea ha dato parere favorevole alla richiesta dell’Italia di concedere contributo pari al 28% della spesa sostenuta nel 1° trimestre del 2022 per spese di gasolio, così come previsto dall’articolo 3 decreto Aiuti». Adesso quindi quei 500 milioni riprendono il viaggio alla volta di Roma, dove li attende il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, chiamato a questo punto – puntualizza in modo fermo Unatras – ad adottare «immediatamente tutti gli atti utili a consentire alle imprese di poter utilizzare nel più breve tempo possibile le risorse stanziate». In pratica l’Unione delle associazioni nazionali dell’autotrasporto prende atto del via libero europeo per fare pressione al governo, affinché faccia in fretta. Ora, a maggior ragione, che altre sigle del settore – capitanate da Trasportounito di Maurizio Longo – hanno proclamato un fermo del settore per il prossimo 18 luglio proprio per lamentare i ritardi nell’erogazione delle risorse.
In effetti ci sono tutte le ragioni del mondo per avere fretta. Dallo scorso 17 marzo, infatti, da quando venne trovata l’intesa tra governo e associazioni di categoria, formalizzata il giorno seguente in un decreto con cui venivano stanziati i fondi taglia-gasolio, ci sono state molte voci e pochi fatti. Inizialmente, infatti, quando si andò a ragionare su come distribuire i 500 milioni, si pensò di non ricorrere al credito di imposta, ma queste voci vennero smentite abbastanza in fretta.
Poi iniziò la partita del de minimis, quel tetto massimo che un paese membro non deve superare quando stanzia risorse a favore delle imprese per non essere giudicato un aiuto di Stato. Tetto fissato, almeno per l’autotrasporto, ad appena 100 mila euro (in tre anni) per singola azienda, seppure in parte trascurato nella fase pandemica.
Il decreto che finalmente il 17 maggio concede i 500 milioni all’autotrasporto sotto forma di credito di imposta non parla di de minimis, ma ciò non basta a evitare l’invio a Bruxelles della norma in questione. E lì inizia un confronto che evidentemente non è stato facilissimo. Lo dice sia il tempo trascorso, sia in modo esplicito lo stesso ministro Enrico Giovannini che, in audizione alla Camera, lo scorso 7 giugno, ha riferito dell’esistenza di un’interlocuzione in corso con la Commissione. Interlocuzione monca, che aveva bisogno di altre carte, se una decina di giorni dopo, a seguito di un apposito incontro organizzato in ministero alla presenza delle associazioni dell’autotrasporto e del MISE, nuovi documenti sono partiti in direzione Bruxelles.
Poi oggi, dopo un ulteriore mese, è arrivata la notizia della fine della trattativa e, quindi, l’inizio della fase che dovrebbe portare alla definizione di tutti gli atti necessari per mettere le imprese in condizione di fruire del beneficio tramite F24 con la scadenza del 31 luglio.
E mentre le associazioni dell’autotrasporto invitano il governo a fare in fretta, si unisce a questo coro anche la voce della presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd) che chiede «al Governo che acceleri al massimo l’iter autorizzativo per permettere alle imprese di accedere al sostegno vitale del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio. Il via libera dell’Ue ai 500 milioni per l’autotrasporto italiano, stanziati già da mesi, sgombra il campo da eventuali residui dubbi: finora il comparto ha sofferto costi impossibili per continuare a garantire servizi essenziali e questo è il momento di occuparsene concretamente».