L’8 luglio il taglio generalizzato di 25 centesimi alle accise sui carburanti dovrebbe terminare. Ma fonti governative hanno già fatto sapere che si stanno reperendo le risorse per prolungare tale misura fino a settembre. Una decisione che suscita allarme e preoccupazione nel presidente di Anita, Thomas Baumgartner, per il semplice motivo che così non si «valorizzano le imprese di autotrasporto che in questi anni hanno investito e continuano a investire in veicoli moderni e che credono fortemente nella transizione ecologica». Anzi, Baumgartner lo dice in maniera molto diretta: «Preferiamo che la misura non venga prorogata, visto che il settore non ne ha beneficiato anche a causa del fatto che lo sconto sulle accise è stato assorbito dall’aumento del prezzo del carburante, avvantaggiando solamente le compagnie petrolifere».
Ovviamente il ragionamento del presidente di Anita tiene conto di due fattori: il primo è il fatto che con la riduzione delle accise gli autotrasportatori sono stati contestualmente esclusi dal beneficio del rimborso delle accise, riconosciuto alle sole imprese con veicoli di classe ambientale euro V ed Euro VI così da andare ad avvantaggiare le imprese con veicoli più inquinanti; il secondo riguarda invece il credito di imposta che, come strumento riparatore, è stato riconosciuto alla categoria, seppure spuntato dai limiti imposti da Bruxelles rispetto agli aiuti di Stato. Limiti che finiscono per sfavorire le imprese più strutturate che sono proprio quelle che Anita rappresenta. Ed ecco perché Baumgartner, malgrado esprima apprezzamento per l’operato del governo, rispetto al taglio delle accise è invece molto drastico e se proprio dovesse essere prorogato – cosa che Anita auspica appunto che non accada – allora a quel punto preferirebbe «che l’autotrasporto venga escluso da un’eventuale proroga del taglio delle accise sul gasolio». Anche perché, visto che il gasolio costa ormai più di 2 euro al litro, tanto varrebbe orientare altrove le scelte istituzionali, verso per esempio «la fissazione di un tetto massimo del prezzo delle materie prime o azioni più incisive di contrasto a possibili speculazioni in atto».