L’A24 e la A25, quelle che mettono in comunicazione Roma con l’Abruzzo (rispettivamente L’Aquila-Teramo e Pescara), non adotteranno a luglio gli aumenti attesi da tempo. Analogamente a quanto avvenne con il Decreto Sisma a fine 2019, quando venne congelato il previsto aumento, anche il decreto Legge «Infrastrutture» – vale a dire il Decreto Legge 16 giugno 2022, n. 68 – stabilisce all’art.7 comma 4 che l’aumento del pedaggio sulla A24 e A25 viene sterilizzato fino al 31 dicembre 2022. La motivazione è di natura tecnica: il tempo di slittamento serve a verificare la sussistenza delle condizioni per la prosecuzione dell’attuale rapporto di concessione.
Di conseguenza durante la fase di sospensione dell’aumento continueranno a essere applicati i pedaggi che sono ormai in vigore dal 31 dicembre 2017.
Una situazione che sta deteriorando i rapporti tra la società concessionaria – vale a dire Autostrada di Parchi, che fa capo alla famiglia Toto – e lo Stato. La prima infatti non ritiene più remunerativa la concessione, visti anche gli alti costi di investimento e vorrebbe quindi un incremento degli introiti che il congelamento dei pedaggi non determina.
Il Corriere della Sera nei giorni scorsi ha però riportato la notizia dell’iniziativa da parte del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili di revocare la concessione, seppure lasciando ad Autostrada dei Parchi la possibilità di presentare delle controdeduzioni. Invece, la stessa società ha chiesto a sua volta la rescissione della convenzione, giustificandola con l’inadempimento da parte del ministero e avanzando per questo una richiesta di risarcimento di 2,4 miliardi.