Veicoli - logistica - professione

HomeVeicoliServiziCon driveMybox l’autotrasportatore diventa il partner di successo

Con driveMybox l’autotrasportatore diventa il partner di successo

Nel trasporto di container è in atto da tempo una forte competizione basata sulle tariffe, che penalizza soprattutto gli autotrasportatori. In questo contesto si inserisce driveMybox, piattaforma digitale per gestire il trasporto container che vuole aumentare la sua impronta nel trasporto stradale in modo innovativo. In che modo? Non acquisendo veicoli, ma offrendo una piattaforma che mette in contatto gli autotrasportatori del settore con i committenti. E dove è proprio l'autista a rivestire un ruolo fondamentale

-

Per un’azienda di trasporto digitale, i fornitori di servizi, ossia le aziende di autotrasporto e, soprattutto, gli autisti, sono dei partner fondamentali per il successo. Parola di driveMybox, la piattaforma digitale per gestire il trasporto container, giunta in Italia in febbraio per iniziativa di Sogemar, società del gruppo Contship (ne abbiamo parlato in un recente episodio del nostro podcast K44 – La Voce del Trasporto).

La ricetta vincente alla base di driveMybox si basa su 4 punti chiave. Il primo è il fatto che la piattaforma, al momento, non dispone di camion di proprietà: i committenti inseriscono richieste di trasporto online ma si aspettano che qualcuno effettui i trasporti per davvero, non in una realtà virtuale. «Ed è qui che entrano in gioco i nostri trasportatori», spiega Sara Rho, Business Development Representative di driveMybox Italia. «Loro sono il nostro asset fondamentale per rispondere al primo bisogno del cliente: l’esecuzione di posizionamenti e trasferimenti di container».

L’autista al centro

Il secondo punto chiave riguarda i benefici aggiuntivi che driveMybox promette ai suoi clienti, e per i quali gli stessi clienti sono disposti a pagare i trasporti a tariffe medio-alte. Questi benefici sono legati essenzialmente alla qualità del servizio di trasporto e alla visibilità sullo stato di avanzamento. «Entrambi gli elementi – sottolinea Sara Rho – sono strettamente correlati alla professionalità e affidabilità dei nostri trasportatori, i quali, per poter accedere a driveMybox, devono innanzitutto dimostrare di essere in regola e disporre di tutte le abilitazioni e assicurazioni necessarie per operare come vettore. In secondo luogo, i trasportatori devono dar prova del loro livello di organizzazione nel portare a termine gli incarichi nei tempi previsti, ad esempio partendo con sufficiente anticipo e accettando viaggi per i quali hanno un ottimo livello di certezza della possibilità di poterli effettuare».

Risulta fondamentale, poi, la precisione e l’accuratezza dell’autista nell’utilizzare l’App driveMybox durante il trasporto (a veicolo fermo), al fine di garantire al cliente la visibilità sullo stato di avanzamento e il track & trace del contenitore. Non da ultimo, la trasparenza, la proattività comunicativa e l’onestà nel rilevare e riportare problemi tramite l’App prima, durante ed eventualmente anche dopo il trasporto. «Tutti elementi che valutiamo in maniera estremamente positiva per costruire un rapporto consolidato di fiducia e collaborazione – aggiunge Rho – e che i clienti stessi apprezzano molto, soprattutto in questo momento di grande caos, disorganizzazione e scarsa comunicazione nel settore».

Promuovere il cambiamento

Un terzo punto di forza è rappresentato dalla spinta costante che ogni giorno viene data allo sviluppo e al miglioramento della piattaforma. «Idee e contributi, scambi di vedute e di esperienze con chi vive la strada in prima persona sono il terreno fertile sul quale progettiamo le nuove funzionalità di driveMybox, al fine di rispondere sempre meglio alle esigenze dei clienti e rendere sempre più piacevole e immediato l’utilizzo dello strumento per i nostri fornitori»

Quarto e ultimo elemento è il ruolo chiave dei vettori nel promuovere il cambiamento nel mondo dell’autotrasporto. Nella mission di driveMybox viene infatti chiaramente esplicitato l’obiettivo di «stabilire nuovi standard». «Non ci illudiamo di poterlo raggiungere da soli – conclude Sara Rho – Per farlo è necessaria l’azione congiunta di tutti gli attori della catena logistica, innanzitutto degli autotrasportatori, i quali sono il volto, ma anche le mani (sul volante) e i piedi (sui pedali), che per primo rappresenta il settore dei trasporti e che può (e in una certa misura deve) fare emergere il valore e la qualità del proprio lavoro».

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link