Oltre 3 milioni e mezzo di italiani hanno cominciato a fare acquisti online durante i lockdown senza averlo mai fatto prima e questo fenomeno ha generato in un solo anno un boom di crescita del 33% dell’e-commerce, che è così arrivato a superare i 64 miliardi di euro nel 2021.
A confermarlo è «E-commerce in Italia 2022: il cambio di passo dopo il Covid Boom», l’annuale studio di Casaleggio Associati, realizzato grazie al contributo di 250 aziende che descrive lo stato dell’arte dello shopping online nel nostro Paese.
Il forte incremento dell’e-commerce è avvenuto specialmente nel primo trimestre del 2021, quando l’Italia ha registrato un +78%, quarto Paese con il maggior aumento percentuale dopo Canada, Olanda e Regno Unito. Inoltre le aziende che hanno dichiarato un aumento del fatturato, in media lo hanno visto crescere del 37% per effetto della pandemia, mentre chi ha perso business, in media ha lasciato sul campo il 34% del fatturato.
Secondo lo studio gli italiani che comprano online continuano a farlo soprattutto su grosse realtà come Amazon, eBay, Subito.it o Booking, ma le decisioni d’acquisto appaiono maggiormente orientate dal fattore sostenibilità. Il report stima inoltre che l’impatto ambientale delle vendite digitali sia almeno 2,3 volte inferiore rispetto a quello del retail fisico. Un impatto che potrebbe essere ridotto ulteriormente puntando sull’ultimo miglio e proponendo soluzioni per la consegna a carbon footprint ridotta, come il click-and-collect o la consegna nei locker.
Sul fronte della logistica, negli ultimi due anni i servizi di spedizione sono stati messi sotto pressione. La logistica nella maggior parte dei casi rimane ancora in carico all’azienda. Il fenomeno che si è registrato nell’ultimo anno è tuttavia un forte incremento (dal 2 al 10%) di aziende che affidano la propria logistica ai marketplace (ovvero ai siti Internet dedicati alla compravendita di un prodotto o di un servizio), in particolare Amazon. «Questo – afferma la ricerca – si può probabilmente correlare anche a un aumento della soddisfazione (da 25 a 36%) per il servizio di spedizione».
Per risolvere i problemi legati alla spedizione gli esercenti ricorrono all’internalizzazione del magazzino in carico all’azienda stessa (64% degli e-commerce italiani) che permette di avere maggiore controllo sullo stock, a discapito della logistica di magazzino gestita da partner (18% degli intervistati).
«Il problema principale rimane il fatto che in Italia non si investe ancora a sufficienza sull’e-commerce – ha spiegato a conclusione Davide Casaleggio, presidente di Casaleggio Associati – mentre in Europa il canale digitale rappresenta il 17% delle vendite al dettaglio. Per questo motivo se da una parte i negozi fisici italiani nel 2021 hanno chiuso le serrande in migliaia, dall’altra ad approfittare del nuovo canale sono stati soprattutto gli operatori esteri che si stanno espandendo sul mercato tricolore».