Eccolo finalmente individuato il bacino territoriale da cui attingere, dopo il prosciugamento di quello dell’Est Europa, nuovi autisti di camion. È l’India, un paese altamente popolato, con un livello di formazione medio-alto, abituato a operare in contesti internazionali e dove soprattutto si parla correntemente inglese. L’ipotesi sembrerebbe avvalorata da un annuncio di lavoro pubblicato su un sito ungherese qualche giorno fa, in cui si cercava un responsabile della flotta che avesse, tra le altre mansioni richieste, anche il fatto di parlare hindi. Cosa strana, che poi il 30 marzo sulle pagine social è stata spiegata direttamente dall’azienda: «Stiamo aggiungendo 80 autisti indiani e 2 addetti alle spedizioni alla nostra forza lavoro; i nuovi colleghi arriveranno in aprile. Saranno in grado di lavorare a pieno titolo dall’estate e resi indipendenti da settembre!». E poi, come a giustificarsi si puntualizza che «Il gruppo Waberer’s continua a fare affidamento su autisti ungheresi e regionali, e in particolare gli ungheresi costituiscono la grande maggioranza della forza lavoro. Tuttavia, il fatto che non siamo in grado di sostituire un numero sufficiente di autisti attingendo in ambito regionale è un serio limite alla crescita dell’azienda».
Gli autisti indiani saranno inizialmente selezionati direttamente nel loro paese e quindi, arrivati in Europa dovranno prima frequentare corsi per acquisire tutti i documenti necessari per diventare un autista professionista, ai quali seguiranno anche un periodo di addestramento in azienda.
Per essere precisi il percorso per ottenere i visti e il permesso di soggiorno durerà fino a metà aprile e poi inizierà quello che serve per ottenere le patenti e la CQC. Ma il tutto sarà effettuato in parallelo e quindi molti inizieranno a lavorare a metà o fine luglio. Inizialmente, saranno accompagnati da autisti ungheresi esperti e da settembre saranno in grado di lavorare autonomamente.
Ovviamente non è la prima volta che Waberer’s guarda all’estero per trovare autisti, ma finora aveva puntato soprattutto a paesi vicini all’Ungheria, come Romania, Serbia e Ucraina. Ma siccome, come si diceva, ormai anche in questi paesi iniziano a scarseggiare soprattutto giovani disponibili a salire sul camion, siccome il conflitto in Ucraina è presumibile che bloccherà per qualche tempo il potenziale flusso di lavoratori da quel paese, siccome – come spiega anche il CEO dell’azienda, Zsolt Barna – «lo sviluppo economico di paesi come la Serbia o la Romania comporterà che prima o poi la forza lavoro lì si esaurirà, abbiamo cercato in aree e mercati del lavoro in cui possiamo pianificare a lungo termine, ed è per questo che abbiamo iniziato a lavorare con gli autisti indiani. Cosa che peraltro non è senza precedenti in Europa, in quanto i nostri maggiori concorrenti, aziende polacche e lituane, hanno già iniziato ad assumere autisti indiani».