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Lotta al dumping e migliori condizioni di lavoro per gli autisti di camion: due petizioni di Agorà 2.0 al Parlamento UE

Il fondatore dell'associazione Sergio Grujic ha depositato due petizioni, giudicate ammissibili, sulle criticità dell'attività transfrontaliera tra Paesi terzi e sulla qualità della vita degli autotrasportatori. Nella prima denuncia come il trasporto europeo di merci su strada si basi troppo spesso sulla frode e l’elusione fiscale e su fenomeni di concorrenza sleale e sfruttamento dei lavoratori. Nella seconda parla di infrastrutture carenti per il riposo e di rientri obbligatori, suggerendo, tra le altre cose, di introdurre l'uso del trasporto intermodale per i tragitti superiori a 1.800 km

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La questione del dumping sociale legato in particolare all’enorme disparità delle
condizioni di lavoro e di composizione della «busta paga» dei conducenti di camion
adibiti al trasporto internazionale da diversi anni ha stravolto il mercato europeo di questi servizi (ne abbiamo parlato qui). Lo si dice da tempo, ma normativamente poco è stato fatto per riconoscere ufficialmente questo problema. E proprio a questo scopo Sergio Grujic del movimento «Agorà 2.0 – MT» ha depositato una petizione al Parlamento Europeo.

La petizione, che è stata giudicata ammissibile, si riferisce all’attività transfrontaliera tra Paesi terzi e in particolare al fatto che il trasporto europeo di merci su strada troppo spesso si basa «sulla frode e l’elusione fiscale» e su fenomeni di «concorrenza sleale e sfruttamento dei lavoratori», come viene testualmente riportato nella petizione depositata. Grujic sostiene che molte imprese di trasporto si trasferiscono dall’Italia in Europa orientale «per risparmiare sui costi di gestione e del lavoro e sulle tasse». Inoltre, denuncia come gli autotrasportatori siano «gli unici lavoratori al mondo che non hanno accesso ai servizi sanitari, né sul luogo di lavoro né sul luogo di riposo».

E proprio in tema di diritti sul lavoro e sulla qualità di vita degli autisti di camion, il fondatore del movimento ha depositato anche un’altra petizione, sempre al Parlamento Ue, in cui afferma che «sebbene gli autotrasportatori accolgano con favore il divieto di trascorrere i regolari periodi di riposo nella cabina dei loro veicoli, l’infrastruttura per provvedere ai conducenti è gravemente carente. Inoltre, i controlli in relazione a tale aspetto sono tecnicamente inapplicabili, in quanto i vari conducenti hanno una miriade di orari diversi, anche per quanto riguarda i periodi di riposo».

Grujic sostiene che la legislazione europea in tale ambito si dovrebbe concentrare sugli aspetti che portano gli autotrasportatori a trascorrere lunghi periodi al di fuori del loro luogo di origine. Nella petizione suggerisce quindi di introdurre «l’uso obbligatorio del trasporto intermodale per i tragitti superiori a 1.800 km e di imporre che l’attività principale delle imprese di trasporto su strada riguardi viaggi da e verso il loro paese di origine».

Le due petizioni sono consultabili qui e qui.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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