Il prezzo dei carburanti dovrebbe scendere per tutti di 15, al massimo 20 centesimi. Il consiglio dei ministri dovrebbe quantificare il taglio sulle accise entro stasera, quando vedrà la luce anche l’ulteriore taglio (circoscritto a veicoli euro 5 ed euro 6), dedicato esclusivamente al settore dell’autotrasporto e anticipato ieri sera, 17 marzo, dalla viceministra Teresa Bellanova alle associazioni dell’autotrasporto, a margine della sottoscrizione del protocollo di intesa con cui la prima ha assunto una serie di impegni economici e normativi, le seconde si sono impegnate a tornare indietro sui propositi di attuare un fermo nazionale il prossimo 4 aprile.
Ma andiamo a ripercorrere gli aspetti principali dell’intesa, un po’ più dettagliati rispetto a quanto fatto a protocollo appena siglato.
Come sono spacchettati i 240 milioni
Rispetto alla parte economica, è stato articolato per singole voci lo stanziamento strutturale di 240 milioni. Nel senso che adesso si sa che 70 milioni saranno destinati alla deduzione forfettaria delle spese non documentate, 140 alla riduzione compensata dei pedaggi autostradali (a integrazione di quelli già previsti nel decreto del 1° marzo), 5 alla formazione, 25 agli investimenti. A questi poi vanno aggiunti appunto gli 80 milioni – 79,6 per la precisione – stanziati con il decreto 17/2022, quello in cui erano presenti, come elementi di novità, due crediti di imposta, uno del 15% sull’acquisto di AdBlue utilizzato su veicoli Euro VId, l’altro del 20% sull’acquisto di GNL.
Come funzionerà la clausola di adeguamento del gasolio
Rispetto al capitolo gasolio, però, è molto importante anche la clausola che adegua la tariffa all’andamento del prezzo del carburante, già prevista nell’articolo 83 bis del 2008, ma che si definisce in maniera diversa e più automatica. In pratica, rispetto ai contratti scritti, pur nel rispetto della libera contrattazione delle parti, viene inserito tra gli elementi essenziali proprio la clausola di adeguamento del gasolio. Di modo che, senza tale clausola, il contratto perde la sua natura e da scritto diventa equiparabile a uno verbale.
Rispetto ai contratti verbali, invece, si prevede che la tariffa del servizio di autotrasporto deve prendere in considerazione in via obbligatoria i valori riportati nei costi di riferimento che il ministero si prenderà l’impegno di aggiornare ogni trimestre.
Il giudizio positivo di Paolo Starace (Sez. VI Unrae)
Giudizio positivo sull’accordo è stato espresso dal presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’Unrae, Paolo A. Starace, apprezzando in particolare il provvedimento messo in campo dal Ministero, perché «risponde in modo rapido e tangibile all’emergenza in corso con un pacchetto di misure che, riferendosi a un periodo pluriennale, avvantaggia l’intero settore e fornisce ai trasportatori le rassicurazioni necessarie per affrontare futuri investimenti con maggior convinzione».
Ma soprattutto Starace sottolinea l’opportunità del maggior sconto sulle accise, che però va a interessare soltanto i veicoli con motori da Euro V in su e, quindi a suo dire, «sostiene le aziende più virtuose che investono in nuovi veicoli meno inquinanti e più sicuri e favorisce l’auspicato rinnovo del parco circolante».
Il giudizio negativo di Manigrasso e Donati (Assotir)
Giudizio completamente opposto quello di Assotir, associazione di categoria uscita da Unatras negli scorsi mesi. La presidente nazionale, Anna Vita Manigrasso, infatti, pur apprezzando lo sforzo delle parti per superare le attuali difficoltà, criticando invece il fatto che le altre associazioni dell’autotrasporto abbiano abbandonato «la battaglia per il ripristino dei costi minimi obbligatori a favore dell’introduzione, per giunta solo nei contratti scritti, della clausola di salvaguardia del gasolio». Scelta poco avveduta, secondo Manigrasso, perché «questo strumento rappresenta una vera e propria trappola per i trasportatori sia perché non tiene conto dell’aumento generale di tutte le altre voci di costo, sia perché fissare oggi la clausola di salvaguardia, con un costo del gasolio così alto produrrà per le imprese, come effetto immediato, l’abbassamento delle tariffe appena scenderà il costo del gasolio stesso».
Il segretario generale, Claudio Donati, parla invece di «teatrino molto poco edificante per il settore», con Unatras che il 16 marzo proclama un fermo nazionale per il 4 aprile «ben consapevole di farlo nel mancato rispetto del codice di autoregolamentazione degli scioperi (non avendo rispettato il preavviso di 25 giorni), prendendo in questo modo in giro, nei fatti, i trasportatori, pur avendo già in mano le rassicurazioni di un abbassamento di 7 centesimi delle accise da parte del Governo e il protocollo d’intesa pronto per essere firmato».
La cosa curiosa, secondo Donati, è che il giorno prima quel protocollo d’intesa «non andava bene», mentre il giorno dopo «Unatras e le altre associazioni plaudono all’accordo raggiunto. C’è da chiedersi cosa sia cambiato a distanza di un giorno visto che l’accordo è rimasto il medesimo, o meglio chi sia intervenuto per far cambiare idee alle rappresentanze in così poco tempo».