Quanto costano davvero i tempi di attesa al carico/scarico merce nel settore dell’autotrasporto? A svelare la cifra è uno studio di Districò, il database del Centro studi Federtrasporti: ben 3 miliardi di euro all’anno. Una cifra esorbitante che appare tanto più rilevante alla luce della situazione di emergenza che sta vivendo il settore, alle prese con una grave carenza di autisti e messo in ginocchio dall’inarrestabile ascesa del prezzo del gasolio.
Partendo da questo dato, per poi analizzare nel dettaglio tutte le cause e le conseguenze innescate dalle attese, nonché i possibili rimedi, Uomini e Trasporti ha dedicato al tema l’intero numero di marzo con uno speciale di 68 pagine, in questi giorni in distribuzione e online sul nostro sito.
Il punto di partenza è significativo: lo studio, basato su rilevazioni effettuate su 82.792 giornate lavorative di operatori delle imprese associate al Gruppo Federtrasporti, incrociando le registrazioni dei GPS con quelle dei tachigrafi digitali, ha rilevato che gli autisti trascorrono al volante solo poco più della metà (il 54,9%) della loro giornata lavorativa: in media 6,18 ore in un arco d’impegno di 11,28 ore. Delle rimanenti 5,10 ore (il 45,1%), se ti tolgono i tempi dedicati ad altre pause (prevalentemente per mangiare), emerge che circa 4 ore al giorno l’autista le trascorre «girando i pollici» in attesa di poter ripartire per fare il mestiere per cui è pagato: guidare il camion.
Se poi si moltiplicano queste ore di attesa per le 82.792 giornate esaminate da Districò, significa una dispersione di 331.169 ore di lavoro, pari a 42.000 giornate di guida di 8 ore giornaliere. E considerando che un autista costa all’azienda intorno ai 50.000 euro l’anno, il costo totale di queste attese è valutabile in circa 10 milioni di euro. A questa cifra va poi aggiunto anche il costo dell’improduttività dei mezzi. Perché un camion è uno strumento produttivo che genera mediamente 140.000 euro di fatturato all’anno. Senza le attese, questo fatturato potrebbe crescere di almeno il 15% (stime Federtrasporti). Un incremento che deriverebbe dalla possibilità di effettuare un secondo viaggio in giornata o di portare a termine il primo. Facendo una stima approssimativa, l’incremento di fatturato che potrebbe produrre l’intero settore dell’autotrasporto, rispetto ai 45 miliardi generati attualmente, si aggira intorno, come detto in apertura, ai 3 miliardi di euro.
Infine, seppure non entri nella voce «costi», bisogna prendere in considerazione anche l’aspetto umano: ritardi e attese generano infatti un notevole impatto sulla salute psicofisica dell’autista, a causa dello stress per dover ricalcolare i tempi di guida, dell’ansia di recuperare che porta a consumare i riposi durante il carico, del senso di indeterminatezza per non sapere quando poter rientrare a casa, dell’esposizione a costi maggiori. Non deve stupire, quindi, che un lavoro in cui si rimane per così tanto tempo in una pausa temporale ingiustificata e in cui si mina l’autostima di chi rimane in attesa, finisca per essere poco attrattivo. Non a caso sempre meno persone hanno interesse a praticarlo.
Leggi l’editoriale: Quanto costa trasportare l’attesa
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