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12mila autisti di camion bloccati dalla guerra ucraina

Chi è rimasto all’interno della frontiera dell’Ucraina in qualche caso hanno puntato verso i paesi dell’UE, visto che le frontiere sono aperte, seppure i tempi di attesa, anche a causa dell’esodo della popolazione locale, possono arrivare a quattro giorni. Chi si è trovato più vicino al conflitto ha lasciato il camion e ha cercato altre soluzioni. Bloccata anche la navigazione sul mar Nero che ha impedito a circa 600 autisti turchi di tornare a casa

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Sono 12mila gli autisti di camion rimasti bloccati a causa degli eventi bellici in Ucraina. La stima è dell’IRU (Unione internazionale del trasporto su strada), che riferisce in particolare che la maggior parte di questi sta cercando di fare ritorno verso casa, anche perché le frontiere dell’Unione europea sono rimaste aperte, seppure siano state prese d’assalto dalla popolazione ucraina. E se per le donne, i bambini e gli anziani i controlli sono abbastanza rapidi, per gli uomini in uscita c’è un filtro molto rigoroso da parte delle autorità ucraine, visto che che tutti i cittadini tra i 18 e i 60 anni sono stati richiamati alle armi. Ragioni per cui l’attesa stimata può arrivare a quattro giorni. Chi invece è stato rimasto nel territorio della Bielorussia, per tornare indietro non può dirigersi verso la frontiera ucraina perché attualmente è chiusa. Ragion per cui si rende necessario effettuare un giro molto più lungo per tornare verso l’Unione europea. Si segnalano però anche casi in cui gli autisti, essendo rimasti bloccati in aree calde del territorio ucraino, per timore di trovarsi esposti al fuoco, hanno abbandonato i camion e hanno scelto altri mezzi per tornare a casa. 

Rispetto alle nazionalità di questi autisti, sempre l’IRU ha quantificato in almeno 600 i camionisti di nazionalità turca bloccati in Ucraina. Per tornare a casa hanno prima cercato di imbarcarsi sui traghetti RoRo che attraversano il Mar Nero dall’Ucraina alla Turchia, ma essendo stati respinti cercano di tornare indietro via strada. I porti dell’Ucraina sul Mar Nero, infatti, sono tutti chiusi.

Ancora peggiore è la situazione degli autisti turchi bloccati in Russia, che per tornare indietro sono costretti a fare un giro largo dalla Georgia, con attese di 7-10 giorni al confine russo-georgiano. 

Di fronte a questa situazione l’IRU chiede a tutte le autorità degli Stati della regione di rinunciare a temporaneamente a chiedere il visto o perlomeno di fornirli in modo rapido per il transito e di velocizzare il passaggio di frontiera ai camion che fanno ritorno a casa. A queste richieste ha aggiunto la temporanea sospensione della normativa sui tempi di guida e di riposto per gli autisti impegnati a tornare nel proprio paese. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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