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L’andamento finanziario di Daimler Truck. Una crescita rallentata dai microchip

Chiude bene il 2021 la nuota entità societaria divenuta indipendente e quotata in borsa da dicembre. I volumi crescono, in particolare nel primo semestre, e avrebbero potuto fare il botto se non ci fosse stata la carenza di microprocessori. Ma ora l’obiettivo è accrescere la redditività

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Un anno eccellente il 2021 per Daimler Truck. Forse un adeguato biglietto di visita con cui presentarsi al mercato borsistico dopo lo scorporo da Daimler AG (che da febbraio prende il nome di Mercedes-Benz) e la successiva quotazione come realtà indipendente, partita in maniera molto convincente, facendo lievitare l’iniziale capitalizzazione di 23 miliardi di euro a quasi 27 miliardi.

I mezzi venduti nel complesso sono stati 455 mila, circa il 20% in più rispetto al 2020 (seppure ancora un 13% in meno rispetto ai livelli pre-pandemia), grazie a una vivace risposta del mercato nel primo semestre dell’anno espressa in particolare in quei mercati in cui dispone di quote più pesanti. Qualche rallentamento del secondo semestre sembrano giustificati soprattutto dalla carenza di componentistica – specialmente di microchip – che ha interessato l’intero pianeta, ma ha fatto soffrire in particolare i mercati statunitense ed europeo. In pratica, su questi mercati a fronte di un alto livello di ordini, ci sono state poche consegne. E così si giustifica pure il dato relativo agli ordini, cresciuti nel complesso dell’80%, a fronte – come detto – di una crescita più modesta delle consegne.

Insomma, senza i freni imposti dalle scarse forniture, sarebbe facile presumere che il totale dei veicoli venduti avrebbe raggiunto una cifra molto vicina al mezzo milione, peraltro già ottenuta nel 2018 (vedi tabella).Sarebbe dunque, legittimo pensare che con un anno di produzione regolare. Nei mercati asiatici invece il gruppo ha marciato a gonfie vele con una crescita del 30%, mentre il segmento degli autobus è rimasto pressoché stabile con 19 mila unità vendute. A convincere i mercati sembra essere non soltanto la dimensione della nuova realtà societaria, che di fatto la rende il primo produttore di camion al mondo per fatturato, ma anche gli obiettivi ricercati in termini di redditività. Se attualmente, infatti, si viaggia a un incoraggiante 6-7% di ritorno sulle vendite, già dall’anno prossimo si dovrebbe raggiungere il traguardo del 9%, per sfondare il muro della doppia cifra entro il 2025. Ma a questo scopo serve una importante riorganizzazione interna, che contempla non pochi tagli di costi. Quelli fissi, in particolare, dovrebbero essere ridotti del 15% rispetto a quelli registrati nel 2019.
Forse anche su queste basi gli analisti e gli esperti consigliano l’acquisto delle azioni Daimler Trucks, valutandolo un titolo solido da tenere all’interno di un portafoglio equilibrato.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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