«La grande beffa». Così la definisce Trasportounito quella relativa ai camion verdi alimentati a gas naturale, chiedendo l’immediata estensione dei benefici fiscali ai camion alimentati con questa motorizzazione.
L’organizzazione autonoma delle imprese di autotrasporto, infatti, sottolinea che «già è complesso in una situazione di mercato critica spingere le imprese a investire in modo massiccio sulla transizione energetica e sull’adozione di nuovi carburanti eco-compatibili, se poi questa scelta si traduce in un boomerang anche dal punto di vista del conto economico, con le imprese virtuose costrette a pagare oneri più che doppi rispetto a chi continua a utilizzare carburanti tradizionali, si concretizza una vera e propria beffa».
Trasportounito denuncia quanto sta accadendo per le imprese di autotrasporto che, in osservanza del corretto principio sull’uso dell’energia verde, negli ultimi anni hanno effettuato investimenti consistenti nell’acquisto di veicoli industriali alimentati a gas. Le imprese quindi, anziché acquistare veicoli industriali motorizzati euro 5 o euro 6, per i quali viene consentito il recupero trimestrale di parte delle accise (per circa 214 euro ogni 1.000 litri di carburante), hanno preferito seguire l’orientamento green anche in presenza di un maggior costo del veicolo (circa 40.000 euro in più) che avrebbe dovuto essere compensato con un minor costo del carburante (circa 0,58 – 0,60 per litro).
«Imprese – spiega Trasportounito – che oggi si trovano fra l’incudine di una concorrenza esercitata da chi è stato posto in grado di recuperare le accise e chi ha investito davvero nel green e per questo è paradossalmente penalizzato». Secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, è dunque indispensabile e urgente fare rientrare tali veicoli industriali almeno nel recupero trimestrale delle accise per un valore identico a quello riconosciuto ai veicoli motorizzati euro 5 ed euro 6.
In pochi mesi infatti la situazione internazionale ha pericolosamente compromesso il costo di questo tipo di carburante raggiungendo un valore record di 2,20 euro per litro esclusa iva. «Oggi questo straordinario maggior costo – conclude l’associazione – oltre a determinare un clamoroso svantaggio competitivo rispetto alle imprese di autotrasporto che adoperano flotte di veicoli altamente inquinanti, rischia di generare un inaccettabile default proprio per le imprese più virtuose e pertanto siamo a chiedere un significativo intervento economico che, almeno parzialmente, consenta a tali imprese di recuperare parte del costo di esercizio».