Con la legge 9 novembre 2021 n. 156 di conversione del DL Infrastrutture, approvata lo scorso 4 novembre in Senato, sono stati modificati una serie di articoli del Codice della Strada. Le modifiche sono tante e riguardano diversi ambiti, soprattutto per quanto riguarda l’autotrasporto.
Tra queste, ne abbiamo parlato ieri, quella che introduce la possibilità di presenza a bordo di un camion, oltre alle persone addette all’uso o al trasporto delle cose trasportate, anche di un uomo o una donna neoassunti in possesso dei titoli professionali previsti per l’esercizio della professione di autista, per un periodo di addestramento di durata massima di 3 mesi.
C’è poi un’altra modifica al Codice e riguarda quella apportata all’articolo 10 comma 2, ovvero quello che regola i trasporti eccezionali in materia di massa di carico ammesse degli elementi divisibili caricati su autoarticolati o autotreni.
Cosa cambia per gli eccezionali
Fino ad oggi, lo ricordiamo, è stato possibile trasportare fino a sei unità «di blocchi di pietra naturale, di elementi prefabbricati compositi ed apparecchiature industriali complesse per l’edilizia, di prodotti siderurgici coils e laminati grezzi» con i seguenti limiti di massa complessiva: 38 tonnellate per i veicoli isolati a tre assi, 48 tonnellate per quelli a quattro assi, 86 tonnellate per i complessi di veicoli a sei assi e 108 tonnellate per i complessi a otto assi. I limiti di massa potevano essere superati solo nel solo caso di trasporti di un «unico pezzo indivisibile».
Adesso invece, con l’entrata in vigore del DL Infrastrutture che modifica l’articolo 10 del Cds, i limiti per i complessi veicolari del trasporto eccezionali sono cambiati. Nel dettaglio, viene confermato il limite delle 38 tonnellate per gli isolati a tre assi e delle 48 tonnellate per gli isolati a quattro assi, ma è stato introdotto il limite di 72 tonnellate per i complessi veicolari a cinque assi e ridotto a 86 tonnellate il limite per i complessi a sei o più assi. Dunque, rispetto alla norma precedente, non è più prevista la massa fino a 108 tonnellate per complessi di veicoli ad otto assi. Questi limiti si possono superare solo per trasporti di un unico pezzo indivisibile.
Una norma che preoccupa le associazioni
La nuova normativa, secondo le intenzioni del legislatore, rientra tra gli emendamenti atti a rafforzare la linea della messa in sicurezza e dell’orientamento alla sostenibilità delle infrastrutture e delle diverse modalità di trasporto. Il fine della modifica, detto in altre parole, è quello di diminuire la massa di carico dei veicoli per non gravare sulle infrastrutture.
Ma questa novità non è andata giù a molti rappresentanti dell’autotrasporto. Maurizio Longo, presidente di TrasportoUnito, ha affermato che in questo modo «si è dato valore immediatamente attuativo a una norma che causerà il blocco istantaneo di 500 veicoli», e soprattutto che la misura approvata, come del resto anche altre, è stata inserita per la prima volta nel Paese in un Decreto «senza preventivi confronti tecnico-economici nel trasporto delle merci, rinviando a tempi posteriori alla conversione in legge il confronto con le categorie interessate».
Anche Confindustria si è scagliata contro la nuova norma (lo riporta la Repubblica), parlando di «scivolone doloroso» perché il moltiplicarsi delle operazioni di trasporto, in conseguenza della redistribuzione dagli attuali carichi da un mezzo speciale a due o più mezzi ordinari, determinerà una maggiore congestione di traffico, maggiore inquinamento per le strade e maggiori costi per le aziende. Insomma, in molti casi serviranno due o tre mezzi al posto di uno.