Il settore della logistica si trova al varco di nuove sfide da affrontare, non solo dal punto di vista operativo – pensiamo ad esempio al boom dell’e-commerce durante la pandemia, che ha costretto a ripensare molte logiche distributive – ma soprattutto di quello della sostenibilità. Gli obiettivi a cui le aziende oggi non possono non mirare, infatti, riguardano il miglioramento della sostenibilità dei propri processi, la preservazione dell’ambiente e, fattore molto importante, l’aumento dell’efficienza.
In questo contesto, l’operatore logistico altoatesino Fercam ha avviato a livello internazionale la strategia «Emission-free Delivery», basata su un processo di trasformazione distributiva delle consegne nel centro urbano, con l’obiettivo di ridurre in modo sostanziale l’impatto ambientale delle proprie attività e, più in generale, di costruire un modello virtuoso, efficiente concretamente sostenibile.
La strategia di Fercam è articolata in una serie di progetti interconnessi tra di loro e che riguardano sia la distribuzione urbana che suburbana, sia il trasporto a breve che a medio-lungo raggio.
Tra i progetti principali c’è la realizzazione di una motrice da 72 quintali. Con questo progetto, i tecnici dell’azienda di trasporti hanno voluto ottimizzare la portata del veicolo così da ridurre, in conseguenza, il numero di veicoli circolanti all’interno delle nostre città.
Motrici «compatte» da 72 quintali
Il nuovo mezzo, sviluppato su un telaio Iveco da 72 quintali, è caratterizzato da una larghezza e da un’altezza che è la medesima dei furgoni da 35 quintali. Ciò, pertanto, consentirà al mezzo di circolare anche nei centri storici (ricordiamo, a tal punto, che per accedere nelle aree urbane e soprattutto nei centri storici è necessario utilizzare veicoli di piccole dimensioni, i classici furgoni 35 quintali, che però hanno una portata utile molto limitata). La lunghezza della nuova motrice sviluppata da Fercam, invece, è stata maggiorata di 80 centimetri, consentendo così di caricare dieci pallet invece di otto. Ciò consentirà, quindi, di incrementare la portata utile fino a 4.430 chilogrammi, che corrisponde all’incirca a sei volte la portata dei furgoni tradizionali.
Il primo prototipo ha fatto il suo ingresso nella sede romana di Fercam ad agosto 2021 ed entro questo mese di ottobre prenderanno servizio altri 15 esemplari identici.
L’alimentazione del prototipo è a metano compresso, ma è in fase di definizione anche un progetto per alimentarle con biometano. Inoltre, l’azienda ha commissionato al CNR-ITAE uno studio di ricerca per realizzare due nuovi prototipi di veicoli identici a questo, ma completamente a zero emissioni. Il primo sarà 100% elettrico, il secondo prototipo sarà un ibrido elettrico a idrogeno sviluppato con logica Range-Extender, in cui è previsto l’inserimento di un Fuel Cell System collegato in parallelo ai pacchi batterie.
Tra gli altri progetti legati all’ultimo miglio, anzi in questo caso potremmo dire «all’ultimo metro», è da segnalare anche l’avvio di un progetto pilota a Roma di reverse logistics, che prevede il ritiro degli imballi delle spedizioni consegnate da Fercam (cartoni, pallet e film plastico) con Cargo Bike e Cargo Scooter elettrici, per il successivo avvio al riciclo dei materiali tramite il conferimento in appositi cassoni posizionati in aree centrali della città.
Progetto «Second life»: il diesel rivive… elettrico
L’impegno di Fercam verso un trasporto a impatto ambientale ridotto o nullo si estende anche alla conversione dei veicoli diesel. È infatti in fase di definizione uno studio LCA (Life-Cycle-Assessment) con il CNR su un progetto Second Life per la trasformazione dei veicoli attualmente in servizio con motore endotermico diesel, in veicoli a trazione interamente elettrica (BEV) o ibridi a idrogeno con logica Range Extender (FCHEV).
Lo scopo di questo studio è di confrontare la carbon footprint in queste due situazioni:
1 – Acquisto di un veicolo nuovo a zero emissioni in sostituzione di un veicolo diesel, che continuerà a circolare (scenario A) o verrà avviato al fine vita (scenario B);
2 – Trasformazione di un veicolo usato con motore endotermico diesel Euro 5 o Euro 6 in un veicolo a zero emissioni.
«Il processo di fabbricazione di un veicolo ed il suo fine vita (smantellamento e riciclaggio dei materiali) produce un impatto significativo in termini di emissioni di gas serra – spiegano da Fercam – Nello scenario 2 si eliminano immediatamente le emissioni dirette di un vecchio motore diesel, superiori a quelle di un identico motore nuovo, e le emissioni indirette derivanti dal processo di fabbricazione delle parti che verranno riutilizzate (cassone, telaio etc.)».
A tutto gas nel medio-lungo raggio
Tra le iniziative che riguardano invece il trasporto a medio e a lungo raggio, è da citare come l’azienda già dal 2018 abbia iniziato un graduale processo di sostituzione degli automezzi con motrici diesel del proprio parco veicolare composto da 3.350 unità di carico, con una nuova flotta di mezzi alimentati a Gas Naturale liquefatto, utilizzati non solo per il trasporto di carichi completi e parziali, ma anche per le oltre 300 linee di collegamento giornaliere tra le 44 filiali italiane e le 82 linee di collegamento giornaliere con i mercati europei.
Tra l’altro, proprio a Roma lo scorso maggio sono state attivate le prime 4 linee giornaliere a lungo raggio con autotreni LNG nelle direttrici Roma-Milano, Milano-Roma, Roma-Verona, Verona-Roma.
Non solo l’ultimo miglio in città quindi, ma anche i collegamenti tra le filiali ed i mercati europei sono effettuati con mezzi ad emissioni ridotte, che saranno in seguito azzerate nel ciclo WTW (Well-to-Wheel) grazie all’utilizzo del biometano prodotto da fonti rinnovabili, di cui Fercam si è fatta promotrice con la partecipazione societaria a Biogas Wipptal.