I lavori di arricchimento di spazi e servizi all’Interporto Padova proseguono a ritmo serrato Nei giorni scorsi è stata aggiudicata la gara per la realizzazione, a fianco del fascio binari del Grande Terminal, di un piazzale per sosta, movimentazione e stoccaggio dei semirimorchi destinati da caricare sui carri ferroviari dei treni intermodali. In questo modo diventerà possibile movimentare semirimorchi con una delle gru elettriche a portale raddoppiando così la capacità di movimentazione dei semirimorchi stessi, per i quali la richiesta di trasporto intermodale è in costante e continua crescita. Al momento attuale dall’Interporto partono (e arrivano) quotidianamente due treni completi caricati ognuno con 30 semirimorchi provenienti o destinati in Germania (Colonia realizzato da Mercitalia Intermodal) e Olanda (Geleen prodotto da Hupac).
I lavori, relativi essenzialmente nella pavimentazione di un’area di circa 30.000 mq e nei necessari sottoservizi, sono stati aggiudicati alla ICS, Impresa Conglomerati Strade di Limena (Padova), e richiederanno un investimento di circa 3,7 milioni di euro e richiederanno 9 mesi, in tempo utile per tagliare operativamente il nastro nella primavera del prossimo anno.
Questo intervento rientra nella Convenzione siglata dall’Interporto con il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile in cui sono previsti interventi per 10,5 milioni di euro, sostenuti per 4,5 milioni con finanziamenti a fondo perduto concessi dal ministero.
«Con questo intervento», afferma soddisfatto Franco Pasqualetti, presidente di Interporto Padova, «che realizziamo in tempi molto stretti, potenziamo in modo significativo la nostra offerta di trasporto intermodale – e quindi intrinsecamente sostenibile – in un segmento, quello dei semirimorchi, nel quale registriamo una costante crescita della domanda». Pasqualetti ha anche sottolineato che riuscendo a movimentare più semirimorchi per il centro e nord Europa, l’Interporto fornirà un importante servizio alle «aziende manifatturiere padovane e del nord est che hanno in questi mercati una parte importante del loro export».