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Lavoratori licenziati con whatsapp: Logista Italia smentisce, anche se il 31 ottobre chiuderà magazzino di Bologna

I sindacati hanno denunciato che i 15 lavoratori diretti e i 67 gestiti in appalto sono stati messi alla porta con un messaggio. La società attiva nella distribuzione di tabacco smentisce e si siede a un tavolo per cercare un futuro occupazionale e ammortizzatori sociali per chi è rimasto senza lavoro. Ecco in che modo

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Non è l’unico tavolo di crisi quello che si è aperto a Bologna per trovare una collocazione ai lavoratori di Logista Italia, società di distribuzione logistica (in particolare di tabacco, avendo rilevato già nel 2004 l’ex azienda distributiva dei Monopoli di Stato) con casamadre spagnola, presente all’interporto del capoluogo felsineo, ma è sicuramente quello che più ha suscitato curiosità e polemiche nel corso di questa estate. A suscitare interesse era stata la decisione di chiudere il magazzino bolognese e quindi di licenziare i 15 dipendenti diretti e i 67 concessi in appalto tramite Logistic Time attracerso un messaggio inviato su whatsapp che, stando a quanto riferito dal sindacato Si Cobas riportava un laconico: «Nella data di lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall’attività lavorativa. Cordiali saluti».

Logista, dopo aver fatto slittare in avanti quella data, ha smentito questa modalità di risoluzione del rapporto, seppure ha confermato che il 31 ottobre il magazzino di Bentivoglio sarà definitivamente chiuso. Anche se, al tavolo di salvaguardia della Città Metropolitana, ha presentato le integrazioni al piano di riorganizzazione dell’Emilia Romagna e dell’area di Bologna e sta cercando di trovare una modalità per fornire un futuro occupazionale ai lavoratori. A tale scopo, oltre a verificare la possibilità di attivare gli opportuni ammortizzatori sociali (Logistic Time ha assicurato il raggiungimento del 100% della retribuzione, comprendendo eccezionalmente nell’integrazione anche premessi e ferie non ancora maturati), ci si affiderà  a corsi di formazione teorico-pratici che potranno essere integrati sulla base delle esigenze formative suggerite dalle parti sindacali, a incentivi all’esodo per chi decidesse di lasciare e poi soprattutto alla ricerca di altri posti di lavoro nel territorio tramite l’agenzia Open Jobs. Peraltro, lo stesso Interporto avrebbe lasciato intendere che esiste un’azienda, già insediata nell’infrastruttura, che si è detta disponibile ad assumere quattro o cinque lavoratori.

Tutti movimenti che ha giudicato positivamente il vicepresidente di Logista, Federico Rella, riferendo di aver «portato avanti un dialogo costruttivo e concreto con i sindacati, volto a tutelare i lavoratori e intraprendere un percorso positivo con l’obiettivo di creare un contesto favorevole alla ricollocazione dei lavoratori». «Confidiamo nella collaborazione di tutte le parti in campo – ha sottolineato – per raggiungere positivi risultati a vantaggio di tutti». 

Entro il 10 settembre dovrebbe essere raggiunto un accordo con le parti sociali per concretizzare le proposte presentate, mentre entro il 30 settembre verrà approfondita l’eventuale ulteriore attivazione di tutele sociali a favore dei lavoratori coinvolti. Si Cobas ha subito specificato che «in assenza di tali tutele e in assenza di garanzie sulle stesse i lavoratori saranno lieti di riprendere la strada della lotta per la difesa dei loro diritti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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