Dopo le auto, le moto e i camion. In Arabia Saudita, dal giugno 2018, le donne potranno guidare anche mezzi a due ruote e veicoli pesanti. L’annuncio della Direzione generale di circolazione di Riyad è avvenuto a distanza di tre mesi dall’ordine di re Salman con cui era stato annullato il divieto alle donne di guidare veicoli (unico al mondo). Una decisione epocale che, se accoglie le legittime proteste delle donne saudite, dall’altra risolve problemi più concreti, come appunto il fatto che le donne debbano oggi assumere un autista privato o dipendere da un familiare uomo per i loro spostamenti. Questo significa anche maggiori opportunità di lavoro per le cittadine arabe (previsione di un aumento di occupazione femminile fino al 30% nel 2030, contro l’attuale 22%), anche se di fatto molti settori e posti di lavoro rimangono a loro proibiti. Infine alla base della decisione c’è indubbiamente la volontà di aumentare il numero di utenti della strada per dare nuovo impulso all’economia saudita, gravemente colpita, dalla metà del 2014, dal calo delle entrate petrolifere.
Il prossimo passo sarà quello di “adattare le scuole di guida a tutte le donne che vogliono imparare in tempo per la data estiva “, ha affermato il Governo. Per poter guidare i camion occorrerà avere almeno 20 anni. Infine non vi saranno targhe diverse per guidatori e guidatrici, ma, in caso di incidente o infrazione grave, le donne saranno condotte presso un commissariato speciale loro riservato.