Con l’allentamento delle restrizioni pandemiche, è tornato ad aumentare il traffico pesante, di conseguenza sono aumentati anche i controlli e, a cascata, anche le sanzioni. In particolare quelle che relative alle violazioni sui tempi di guida e di riposo e alle manomissioni del tachigrafo. Il campionario fornito soltanto dagli ultimi giorni è quanto mai vario. Isoliamo un paio di situazioni significative.
La prima si è verificata sulla sulla A24, l’autostrada che collega Roma a Teramo, dove la Polizia stradale ha scoperto uno stratagemma sempre più gettonato: quello di viaggiare usando non soltanto la propria la scheda tachigrafica, ma anche un’altra scheda di terze persone. In particolare, l’autista di 32 anni protagonista di questa vicenda – rumeno di origini, ma casertano di residenza – ha pensato bene di usare la scheda tachigrafica del cognato, attualmente disoccupato, in modo da poter eludere il rispetto delle ore di guida e di riposo. Il tutto è avvenuto a Carsoli, nei pressi del casello autostradale: durante il controllo dell’autoarticolato, di proprietà di una ditta con sede a Reggio Calabria, l’autista ha consegnato agli agenti una normale scheda tachigrafica. Senonché controllando meglio gli agenti di polizia si sono accorti che i dati di questa scheda non coincidevano con quelli del guidatore. A quel punto è scattata la contestazione al conducente dell’art. 179 del cds, con ritiro immediato della patente e sequestro amministrativo della scheda tachigrafica.
Analoga infrazione, ma con risvolti ancora più preoccupanti, è stata scoperta a poche ore di distanza dalla Polizia municipale di Bolzano. In questo caso a essere colto in flagranza è stato un autista campano decisamente più scellerato, perché aveva disattivo il tachigrafo, ne aveva rimosso i sigilli e, come se non bastasse, non disponeva dei fogli di registrazione dei 28 giorni di attività precedenti. Ma non è ancora finita, perché andando a controllare anche gli aspetti meccanici del camion, i poliziotti si sono resi conti che le anomalie erano tante. Così, per avere anche un riscontro tecnico, hanno pensato di sottoporre il camion a un controllo specializzato in officina. E qui è venuto fuori un ulteriore dato sconcertante: il conducente viaggiava con il limitatore di velocità alterato, in modo tale a riuscire a viaggiare a pieno carico anche oltre i 130 km/h.
Alla fine, passando alla cassa, la somma delle sanzioni era così lunga, che la somma totale appare fin troppo contenuta: poco di più di 4.500 euro. A cui va aggiunta la sanzione accessoria del ritiro della patente per la revoca.