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Dove sono le donne nei trasporti? Storie di successo al workshop TInnGO e Politecnico Torino

In Italia la percentuale di donne impiegate nei trasporti è del 21,9% e di queste solo una minima parte ricopre ruoli dirigenziali. Il tasso di disparità è alle stelle, ma è ora di “asfaltare gli stereotipi” grazie – anche – al Transport Innovation Gender Observatory

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Incentivare l’offerta educativa nell’ambito STEM (quello più vicino al settore dei trasporti e della logistica) e, conseguentemente, aumentare l’occupazione femminile. Questi gli obiettivi del progetto europeo TinnGO che dal 2018 raccoglie storie di successo di donne in un mondo che oggi è ancora prevalentemente maschile. Una la domanda alla base dell’iniziativa: dove sono le donne nel settore dei trasporti?

Un quesito che sorge spontaneo guardando i numeri dell’occupazione femminile: in Italia, le donne impiegate nel settore dei trasporti sono solo il 21,9% del totale e in Europa la situazione è pressoché invariata: le quote rosa nei trasporti sono il 22%, cifra che scende al 13% se si prende in analisi il solo trasporto terrestre e al 2% considerando gli autisti di mezzi pesanti per trasporto merci (in Italia la percentuale è del 2,1%, pari a 14mila unità in termini assoluti e in crescita dello 0,5% rispetto al 2018). Per non parlare del tasso di disparità uomo-donna che, stando ai dati del decreto del ministero del Lavoro, è del 95,7%.

Ed è proprio a questa domanda che si è cercato di rispondere con il workshop “Dove sono le donne? Esperienze lavorative ed imprenditorialità nel mondo dei trasporti” organizzato dall’Hub Italiano del progetto TInnGO – Transport Innovation Gender Observatory – con l’obiettivo di raccontare le esperienze di successo di diverse donne e sostenere a gran voce l’importanza dell’occupazione femminile per il benessere dell’intero settore.

«Il progetto, avviato nel dicembre 2018 e finanziato da Horizon 2020, vede coinvolti 20 partner internazionali (tra cui il Politecnico di Torino, organizzatore del workshop) e 13 nazioni europee con l’obiettivo comune di sviluppare strumenti e metodi pratici e replicabili per facilitare l’integrazione della dimensione di genere nell’ecosistema della Smart Mobility» ha spiegato in apertura del workshop Miriam Pirra, leader del TInnGo Italian Hub. «Lo scopo è quello di creare un cambiamento culturale e comportamentale in relazione ai servizi offerti nella Smart Mobility, nell’ICT e nell’utilizzo dei trasporti attraverso la creazione di database sulla mobilità che siano sensibili al genere e alla diversità» ha continuato Pirra.

«Non è vero che esistono professioni tipicamente maschili e professioni tipicamente femminili come alcuni si ostinano a raccontare – ha chiosato Angela Carboni, assegnista di ricerca del Politecnico di Torino e moderatrice dell’evento – Il mondo dei trasporti è un mondo in cui gli stereotipi di genere sono particolarmente radicati, per questo motivo il progetto è così rilevante».

«Asfaltiamo gli stereotipi» è quindi presto diventato il motto lanciato da Daniela De Nigris, responsabile del progetto Smart Road di ANAS che nel suo discorso ha sottolineato quanto le donne «rappresentino un volano per lo sviluppo di tutto il Paese».

De Nigris ha raccontato la sua esperienza così come le altre manager intervenute nel corso del workshop, tra cui Eleonora Gargiulo, founder di Wher, Angelina Fadda, founder di Girls in Italy, Barbara Amerio, Ceo di Amer Yachts, Martina Beretta, Business Development Manager di Amazon e Valentina Parenti, Presidente di GammaDonna, che ha sottolineato come «le imprese femminili in Italia sono solo il 22%, la stessa percentuale dell’occupazione femminile nel settore dei trasporti. Di queste imprese, solo lo 0,3% sono grandi aziende, contro il 96% di piccole imprese con meno di dieci dipendenti. Ciò significa che c’è un potenziale inespresso, oltre che uno spreco di talenti. Il ruolo delle donne è strategico, anche perché il lavoro femminile è un incredibile moltiplicatore in grado di generare benefici per tutta la società, oltre che per il settore dei trasporti».

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