Sono circa le 18 di giovedì 10 giugno quando le autostrade italiane sono testimoni dell’ennesima morte sul luogo di lavoro, quelle che in genere si definiscono «morti bianche». E la definiamo così – lo ribadiamo con forza – perché per un autista di veicoli pesanti la strada è l’ambiente in cui trascorre le sue giornate di lavoro, l’autentico luogo di lavoro. Ma troppo spesso si verifica il sinistro lo si racconta soltanto dal punto di vista della circolazione, lo si definisce «incidente» e basta, senza sottolineare che composta per chi lavora anche un infortunio, in molti casi anche mortale.
Stavolta l’autostrada in cui si è consumata la tragedia è la A13 Bologna-Padova, nel tratto compreso tra Occhiobello e Rovigo Sud, al chilometro 57,9 in direzione nord, dove sono entrati in rotta di collisione tre mezzi pesanti: dei tre autisti coinvolti, uno ha perso la vita e due sono rimasti feriti.
In particolare, ad avere la peggio è stato Vittorio Miele, un autista di 42 anni residente nel frusinate, a Cassino, rimasto schiacciato nella cabina del proprio camion, a causa del violento tamponamento. Le immagini sono molte eloquenti e rappresentano perfettamente quanto sia stato violento l’impatto del frontale del camion su cui viaggiava la vittima con il retro del veicolo che lo precedeva.
Nonostante l’immediatezza dei soccorsi, il medico del Suem non ha potuto fare altro che dichiarare la morte dell’uomo. Gli altri due conducenti hanno riportato soltanto lievi lesioni.
I pompieri accorsi da Rovigo e Ferrara con tre mezzi, tra cui l’autogru, hanno dovuto usare cesoie, divaricatori e martinetti idraulici per liberare la vittima rimasta intrappolata all’interno della cabina. Le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco sono terminate intorno alle 22.
Vittorio Miele lascia una moglie e tre figli.