Nel 2020 il fatturato del comparto del trasporto e magazzinaggio in Italia è crollato del 17,5%, 4,6 punti peggio rispetto al -12,9% registrato nella UE a 27 Paesi. Il tutto ha causato una perdita di ricavi per le imprese del settore di 28,8 miliardi di euro.
Sono questi i drammatici dati contenuti nel Focus Confartigianato Trasporti sull’andamento del settore nel 2020, presentati dall’Ufficio Studi dell’associazione.
Per quanto riguarda specificamente il trasporto merci, questo ha sofferto un ribasso dell’11,7% della produzione manifatturiera, con la contemporanea riduzione del 10,3% dei flussi di commercio estero. Dall’altra parte il boom dell’e-commerce – lanciato dai provvedimenti restrittivi e dalla sospensione delle attività commerciali – non ha portato a un aumento equivalente delle consegne nell’ultimo miglio: a fronte infatti di un incremento del 34,5% delle vendite di e-commerce, il fatturato delle imprese dei servizi postali e attività di corriere segna solamente un +4,4%.
Di fronte a questa debacle, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dovrà contribuire con fondi europei alla transizione green, associandola al target di riduzione del 55% delle emissioni, dovrebbe stanziare risorse a favore di infrastrutture e mobilità sostenibile, che rappresentano il 14,2% dei 222 miliardi previsti. Ma purtroppo – spiega Confartigianato Trasporti in una nota – per il 90% sono risorse concentrate sulla rete ferroviaria ad alta velocità/capacità.
Non si considera dunque che il sistema dei trasporti è un comparto chiave, rappresentando il 5,2% del valore aggiunto, il 23,3% delle emissioni totali di gas serra e il 31% degli impieghi energetici, ma dimenticando che il 44% di import/export viaggia su gomma e che quindi, per perseguire nella politica di riduzione delle emissioni, sono necessari interventi su tutta la filiera.
«Come abbiamo ribadito al ministro Enrico Giovannini nelle audizioni parlamentari sul PNRR – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani – la riduzione delle emissioni deve essere accompagnata incentivando con un piano pluriennale il rinnovo del parco veicolare e rafforzando gli investimenti in quelle infrastrutture logistiche che favoriscono l’interscambio della modalità di trasporto (gomma-treno e gomma-nave), modificando in direzione degli autotrasportatori che compiono la scelta intermodale gli attuali strumenti marebonus e ferrobonus».
Una visione che è confermata dal crollo nel 2020 degli investimenti nei mezzi di trasporto (-28,1%) rispetto al calo del 9,1% degli investimenti complessivi valutati in termini reali.