Il senso di insoddisfazione del mondo dell’autotrasporto, rimasto inascoltato nelle sue richieste di confronto e dialogo con il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, è arrivato al culmine e adesso già si preannunciano forti azioni dimostrative. Esemplare in tal senso l’intenzione di Assotir, emersa nel consiglio direttivo nazionale del 24 aprile scorso, di dare mandato alla presidenza di esperire tutte le iniziative più idonee a manifestare, tramite il coinvolgimento di Unatras, il grave disagio che la categoria sta vivendo, anche se ritiene «necessaria la proclamazione dello stato di agitazione del settore dell’autotrasporto, quale segnale minimo e indispensabile per attuare il necessario cambio di passo nelle relazioni istituzionali, da realizzarsi anche attraverso un ampliamento del confronto a tutte le rappresentanze parlamentari, e senza escludere, ove necessario, il ricorso a forme di protesta più dure».
Impossibile non notare come il tenore della presa di posizione del Consiglio direttivo di Fiap, altra associazione in senso a Conftrasporto, fosse forse un po’ più morbido, ma analogo nelle soluzioni.
La decisione arriva come naturale conseguenza della mancata discussione sia delle questioni pregresse sottoposte al ministero e mai affrontate (quali il tavolo delle regole, le revisioni dei veicoli pesanti, le azioni discriminatorie verso i vettori italiani da parte del governo austriaco), sia da quelle emerse durante il consiglio direttivo ed evidenziate dalla presidente Anna Vita Manigrasso che ha manifestato il «progressivo peggioramento delle condizioni generali delle attività di autotrasporto, a causa dell’accentuarsi di fenomeni di concorrenza sleale, con l’abbassamento sistematico dei livelli tariffari del servizio, nonché l’ulteriore dilatazione dei tempi di pagamento delle prestazioni di trasporto», il proliferare dei fenomeni di illegalità (quale quello del contrabbando di carburanti per autotrazione recentemente emersi dalle indagini della direzione nazionale antimafia nell’operazione Petrol-Mafie Spa). Dalle parole della presidente Manigrasso emergono altre questioni, per lungo tempo rimaste irrisolte, quali la diminuzione delle tariffe per i servizi offerti, nonché il ritardo nei tempi di pagamento delle prestazioni di trasporto, oltre che l’illegalità che sempre più coinvolge il mondo dell’autotrasporto approfittando della sua attuale debolezza nel mercato. Ulteriore e dibattutissima questione è quella del contributo obbligatorio all’ART oltre che l’esclusione dell’autotrasporto dalle misure previste nel PNRR.