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Unrae: I veicoli industriali trainano la ripresa dei rimorchiati in crescita del 31,6%

Aumentano le immatricolazioni dei rimorchi e semirimorchi, data la crisi pandemica in corso è interessante valutare cosa abbia determinato questa spinta propulsiva di un mercato che era fermo da ben due anni

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La necessità di rinnovare la flotta, prima o poi, arriva per tutti. Si possono aspettare anni (a volte troppi) ma è un investimento che un imprenditore deve fare. Una spesa importante che, talvolta, può riguardare il veicolo industriale nel suo complessivo, ovvero motrice e, anche, semirimorchio consentendo a entrambi di far dialogare i più moderni sistemi tecnologici di assistenza alla guida e di sicurezza.

Sarà stata forse questa necessità a far fare un bel balzo in al mercato dei veicoli rimorchiati a febbraio 2021, complici anche gli incentivi per l’acquisto di veicoli industriali (che ha febbraio hanno registrato un segno positivo oltre il venti per cento)? Fatto sta che il mercato dei trainati con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate archivia il mese di febbraio con un incremento delle immatricolazioni del 31,6%.

In particolare, sono state acquistate 1.345 unità, fra rimorchi e semirimorchi (1.022 del febbraio 2020), stando ai dati forniti dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ed elaborati dal Centro Studi Unrae. «Un incremento a doppia cifra per due mesi consecutivi non si vedeva da almeno due anni nel mercato dei veicoli rimorchiati – ha commentato Paolo A. Starace, presidente della sezione veicoli industriali di Unrae – e la rilevazione di febbraio, non trovando riscontri diretti nell’andamento dell’economia reale, pone alcuni interrogativi sulle sue origini». Per Starace è evidente «l’interdipendenza del settore con l’andamento del mercato dei veicoli industriali». Soprattutto per quelle aziende che hanno una flotta attiva nel segmento peso maggiore o uguale alle 16 tonnellate, dove il rapporto dei rimorchiati è di due o addirittura tre unità rispetto al veicolo trainante. «Da qui l’evidente necessità di continuare a sostenere il settore, i cui effetti si estendono anche in ambiti attigui e altrettanto rilevanti come gli allestitori, i ricambisti e le reti di vendita e assistenza, con evidenti benefici per l’intera filiera».

Inoltre il presidente ricorda come i dati sulle immatricolazioni dei veicoli pesanti e in particolare dei trainati, scontino ancora «ritardi rilevanti imputabili a insufficienza di impianti e risorse nella struttura della Motorizzazione, che oggi appaiono ancor più rilevanti perché aggravati dai provvedimenti di chiusura intrapresi per il contenimento dei contagi». Ritardi che potrebbero essere alleviati con la liberalizzazione delle revisioni a favore degli operatori professionali e «le reti dei Costruttori sono già pronte a raccogliere la sfida» oltre a un potenziamento e alla digitalizzazione dei servizi della Motorizzazione. A finanziare questa transizione potrebbero essere destinati dei fondi del PNRR e incrementare «la competitività del sistema logistico italiano, sostenendo contestualmente anche la produttività della filiera automotive».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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