Non si perde tempo al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e, a poche settimane dall’insediamento del ministro Enrico Giovannini, ecco due cambiamenti abbastanza radicali: il primo – riferito al nome stesso del ministero, di cui vi abbiamo già parlato – riguarda l’involucro, il secondo – più sostanziale – riguarda il suo contenuto. O, per meglio dire, l’organizzazione strutturale delle competenze del dicastero finalizzata a programmare e realizzare infrastrutture e sistemi a rete sostenibili. In pratica, detto sinteticamente, per potenziare la capacità del ministero di programmare e di realizzare infrastrutture e sistemi a rete sostenibili, il regolamento di organizzazione (contenuto nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 191/202) prevede la creazione di un nuovo dipartimento che si aggiunge ai due precedenti e al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.
Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili
La nuova organizzazione prevede tre dipartimenti:
- Il primo assume le competenze di programmazione e di gestione delle infrastrutture e dei sistemi a rete (come per esempio i trasporti), alle quali si aggiungono quelle relative ai sistemi informativi, cruciali per monitorare tempestivamente la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture, degli investimenti nel settore dei trasporti, delle reti idriche, dell’edilizia pubblica, ecc. Parallelamente, la rivoluzione digitale dovrà entrare nella progettazione e nella gestione di ponti, strade, edifici, dighe attraverso sensori e sistemi per la manutenzione “predittiva”, così da aumentare la sicurezza dei cittadini e la competitività del sistema economico;
- Il secondo dipartimento si occupa di opere pubbliche e di altri progetti di grande rilievo per la qualità della vita delle persone e per favorire il superamento dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese: dai programmi di edilizia pubblica e rigenerazione urbana (come quello sulla “qualità dell’abitare”) all’ammodernamento e potenziamento delle reti idriche, attività fondamentali anche per contrastare gli effetti della crisi climatica. Questo dipartimento sovrintende anche al funzionamento dei provveditorati interregionali per le opere pubbliche e provvede alla gestione delle risorse umane e strumentali;
- Il terzo dipartimento ha competenza sulle diverse articolazioni del sistema dei trasporti (stradale, ferroviario, aereo, trasporto pubblico locale, porti e aeroporti), da cui dipende la realizzazione della mobilità sostenibile e il miglioramento della capacità del “Sistema Paese” di competere sul piano economico a livello europeo e internazionale. A questo dipartimento afferiscono anche le direzioni generali territoriali nelle quali opera la Motorizzazione civile;
- Per quanto riguarda il Corpo delle Capitanerie di Porto–Guardia Costiera, il nuovo regolamento prevede il rafforzamento delle funzioni del vice Comandante generale, il riconoscimento di Organismo nazionale per il coordinamento dei servizi di ricerca e soccorso marittimi (Italian Maritime Rescue Coordination Centre), la funzione di gestione operativa a livello centrale, di sistema di monitoraggio e di informazione del traffico marittimo e di interfaccia nazionale per l’arrivo e la partenza delle navi.
La nuova organizzazione prevede anche un rafforzamento della funzione di controllo interno del ministero, viene creata una struttura organizzativa dedicata al controllo di gestione, di regolarità contabile, di legittimità amministrativa, di vigilanza sulla regolarità delle società partecipate o controllate. L’Ufficio avrà anche funzioni di prevenzione e di repressione dell’illegalità, per quanto di competenza del ministero, e il dirigente preposto sarà anche responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione.
Questa nuova impostazione diventerà operativa fra poche settimane ed è giustificata dall’esigenza del Governo italiano di allinearsi con gli obietti posti a livello europeo (parliamo della ormai prossima organizzazione e relativa attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relative alle infrastrutture e alla mobilità sostenibili).
Ministero della Transizione ecologica
Ma non è tutto perché il decreto legge del Consiglio dei ministri, approvato il 26 febbraio scorso, prevede anche il riordino delle attribuzioni e competenze di alcuni ministeri, per allinearsi agli obiettivi posti a livello europeo. E a tale scopo ha istituito il ministero della Transizione ecologica – nato in sostituzione del ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e guidato da Roberto Cingolani – al quale sono stati attribuiti competenze trasversali, alcune anche riferite, fino a un mese fa, alla competenza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La nuova attività di coordinamento fra dicasteri è del tutto rispondente alle logiche di sostenibilità e impatto zero promosse dal Green Deal e più in generale dalle politiche europee.
L’attività di coordinamento, per esempio, vedrà competente il ministero della Transizione ecologica nella pianificazione delle emissioni nei diversi settori dell’attività economica, tra cui i Trasporti; dei piani e delle misure in materia di combustibili alternativi e delle reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, qualità dell’aria, politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile; della promozione di politiche di sviluppo sostenibile, nazionali e internazionali.
Comitato interministeriale per la Transizione ecologica (CITE)
Sempre allo scopo di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, è stato istituito, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, un Comitato Interministeriale per la Transizione ecologica. Sarà presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri o dal ministro della Transizione Ecologica, ed è composto dai ministri della Transizione Ecologica, dell’Economia e delle Finanze, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, del Lavoro e delle Politiche sociali e delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Entro tre mesi il CITE dovrà approvare il Piano per la transizione ecologica con cui coordinare, tra le altre, le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti; di mobilità sostenibile e di qualità dell’aria. Il CITE si avvarrà di un Comitato tecnico di supporto, composto da un rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante per ciascuno dei ministeri coinvolti.
Ministero della Transizione digitale
Infine, a ben guarda, anche al ministero della Transizione digitale, guidato da Vittorio Colao, sono state attribuite competenze trasversali prima di competenza del ministero dei Trasporti. Quale quello, per esempio, di promuovere, indirizzare e coordinare l’azione del Governo nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato, dell’accesso ai servizi in rete, della connettività, delle infrastrutture digitali materiali e immateriali e della strategia nazionale dei dati pubblici.