«Nel programma di questo governo vediamo solo deboli cenni all’importanza strategica dell’economia marittima». È la preoccupazione che esprime Alessandro Santi, presidente di Federagenti, scrivendo direttamente al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, riconoscendogli «una posizione fondamentale anche in relazione al PNRR» rispetto allo scopo di risollevare il Paese da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, determinata dalla pandemia.
Sarti nella lettera ricorda i numeri del trasporto marittimo, i suoi 8 mila addetti diretti (escludendo l’indotto), il suo contributo a doppia cifra sul PIL nazionale (circa il 10%), il suo pesante gettito fiscale pari a 15 miliardi di euro l’anno. Ecco perché Santi sembra stupirsi del fatto che questo settore sia tenuto in secondo piano, perché – spiega – «senza porti, trasporti marittimi e logistici efficienti, molti se non tutti gli investimenti che verranno fatti, compresi quelli diretti alla sostenibilità o alla digitalizzazione, si potrebbero dimostrare vani. Quella mancata conoscenza che ci porta oggi a regalare a porti e hub logistici stranieri miliardi di fatturato, a Dogane estere miliardi di gettito e a continuare a non decidere sulla realizzazione di infrastrutture logistiche, in grado di innescare una spirale virtuosa di occupazione, ricchezza e rilancio sostenibile di territori o intere regioni del nostro Paese».
Detto questo Sarti fornisce «tutta la disponibilità possibile a collaborare» anche e soprattutto per offrirle «una chiave di lettura dei numeri che questo Paese evidentemente continua a ignorare».