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Trento: multa di 4.130 euro e tre mesi di fermo del veicolo a camion con emulatore di Adblue

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Secondo voi cosa è più grave tra taroccare un tachigrafo e taroccare il sistema che contiene le emissioni inquinanti di camion? È quanto si sarà chiesto anche un autista bosniaco che ieri è stato fermato dagli agenti della polizia locale di Trento-Monte Bondone in prossimità dell’incrocio in cui si prende la strada Valsugana, vale a dire lungo la Provinciale 235 all’altezza dello svincolo della SS47. E a sorpresa ha scoperto che delle due manomissioni è molto più grave la seconda. Per la prima, infatti, compiuta con il classico magnete più noto come «calamita» l’autista ha preso la sanzione da codice: 1.699 euro e sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi.

Per la manomissione del sensore che controlla la produzione dell’ossido di carbonio e il rispetto della classe euro del veicolo e che quindi di fatto rende un veicolo euro V o euro VI praticamente euro 0 o euro I, la multa si è più che raddoppiata, raggiungendo non soltanto i 4.130 euro, ma includendo anche il fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi. Quindi complessivamente si è arrivati 5.829 euro. La manomissione in questo caso viene fatta tramite quei congegni chiamati in genere «emulatori di adblue», di cui vi abbiamo già parlato in passato.

Ma la cosa veramente eccezionale è la motivazione che si trova sul verbale della sanzione: violazione dell’articolo 46 della Legge n° 298/1974. Ora questo articolo punisce il trasporto abusivo, vale a dire il trasporto merci  fatto con veicoli sprovvisti di autorizzazioni conto terzi oppure violando le condizioni o i limiti stabiliti nella licenza o autorizzazione. Le sanzioni possono arrivare a più di 12.000 euro, ma in caso di recidiva anche oltre i 15.000 euro, con nel primo caso il fermo del veicolo, nel secondo la confisca. Ma questo articolo si applica pure nei casi di circolazione di veicoli immatricolati all’estero sprovvisti della prescritta autorizzazione al trasporto internazionale, in base al decreto legge n. 167/2000. Ebbene, in questo caso l’autista bosniaco stava effettuando un trasporto internazionale per il quale evidentemente aveva un’autorizzazione CEMT. Ma come sa chi è impegnato in questo tipo di trasporti, l’autorizzazione CEMT viene rilasciata esclusivamente per i veicoli che siano almeno, in quanto a classe di inquinamento, EURO IV. Ecco allora che il taroccamento del sistema con la sua retrocessione di fatto da euro V o euro VI a euro 0, di fatto rende il trasporto fatto abusivamente. E da qui la sanzione.

Ovviamente si tratta dell’interpretazione della polizia che ha fermato il veicolo, anche perché, contrariamente a quanto avviene all’estero, dove la manomissione dell’impianto Adblue comporta una sanzione fino a 25.000 euro e in qualche caso anche alcuni mesi di carcere, in Italia non esiste una punizione specifica, ma la si fa derivare da altre norme. In particolare gli artt 71, 78 e 79 del codice della strada. E qui arriviamo al punto: gli autisti stranieri fermati con veicoli equipaggiati con emulatori di Adblue possono essere puniti in modo decisamente più salato e per di più possono subire il fermo del veicolo. Per gli autisti italiani ci saranno invece i ricordati articoli del codice della strada, ma non raggiungono di certo la stessa dimensione. Qualche centinaio di euro e, nei casi più gravi, anche qualcosa di più.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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