Contro i divieti austriaci sul Brennero, l’Italia trova un alleato nella Germania. E così congiuntamente la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e il suo omologo tedesco Adreas Scheuer hanno inviato una lettera alla Commissaria Europea ai Trasporti, Adina Valean, affinchè intervenga urgentemente, adottando tutte le misure necessarie, per assicurare il rispetto delle regole e dei principi comunitari. La questione al centro della lettera è nota: l’introduzione a partire dallo scorso 1° gennaio di ulteriori divieti al transito di automezzi pesanti, definiti nella lettera «inappropriati e inaccettabili», anche perché si applicano a tutti i trasporti internazionali con l’eccezione di quelli che hanno origine o destinazione in alcune aree del territorio austriaco. Insomma, valgono per tutti tranne per chi li ha emessi. Uno dei due argomenti forti agitati dalla coppia di ministri italo-tedesca d’altra parte è proprio questo: l’unilateralità delle misure in questione, adottate cioè senza un approccio coordinato e condiviso con gli altri Paesi dell’area alpina, ma «puntando piuttosto a deviare il traffico su gomma verso Paesi e regioni limitrofi» e adducendo motivazioni di carattere ambientale, giudicate «non convincenti» da Italia e Germania.
L’altro argomento viene di conseguenza: la tratta tirolese interessata dai divieti fa parte del corridoio europeo scandinavo-mediterraneo, una cioè delle vie di comunicazione strategica tramite cui far funzionare il mercato unico, che invece le misure austriache tendono a bloccare, producendo ostacoli alla libera circolazione delle merci e distorsioni della concorrenza. E di conseguenza determinando conseguenze negative per le aziende del settore e in generale per l’economia continentale, già provata dalla pandemia. Insomma, una situazione insopportabile, che due paesi forti, membri dell’Unione europea, chiedono di risolvere attraverso di Bruxelles, come peraltro già accaduto altre volte in passato.
La questione, infatti, era scoppiata a febbraio, poche settimane prima dell’esplosione della pandemia e già allora la commissaria Valean aveva condannato l’adozione di «misure unilaterali» e aveva invece auspicato una convergenza su «misure multinazionali», in quanto «non è ammissibile che ogni Paese prenda i suoi provvedimenti».
Guardando ancora più indietro, al dicembre 2011, l’Austria era stata condannata dalla Corte di Giustizia europea per aver introdotto i divieti di circolazione per i camion sopra le 7,5 ton carichi di determinati prodotti (i cosiddetti divieti settoriali) lungo un tratto dell’autostrada A12, nel Tirolo austriaco). Una lezione che evidentemente a Vienna stentano ad apprendere.