Il lavoro costringe a trascorrere tanto tempo fuori di casa. E quando si è genitori questa assenza può trasformarsi in una sfida continua e costante. A volte, per motivi di lavoro, di studio o a causa di una qualche trasferta non è possibile stare quotidianamente accanto ai propri figli. Ma non è la distanza in sé che rende un genitore una figura meno importante: si può essere un punto di riferimento anche nella lontananza.
Quella di autotrasportatore è una professione che rende molto complesso riuscire a conservare una presenza quotidiana nella vita famigliare: la sveglia al mattino è molto presto, le ore di impegno sono tante, l’ora in cui si rincasa è spesso molto spostata in avanti, a volte si resta lontano da casa per parecchi giorni, se non tutta la settimana. Insomma, concedersi un po’ di tempo con i propri figli non è sempre facile.
Si può conciliare l’essere presenti con la distanza?
Certamente, è possibile. Ecco qualche consiglio utile.
- Spiegare al proprio figlio il perché si è distanti | I bambini, soprattutto se molto piccoli, hanno un pensiero “egocentrico”, nel senso che interpretano la realtà circostante in funzione ai loro bisogni e alle loro paure. Per cui, chiarire che “non è colpa loro” se un genitore sta tante ore lontano da casa è un passo fondamentale per non farli sentire rifiutati o abbandonati.
- Cercare di condividere degli interessi | Questo vale sia per le attività da svolgere “in presenza” durante i giorni di riposo o nel fine settimana (come per esempio, giocare a palla, andare in bicicletta), sia quelle a distanza. In questo caso, si può ricorrere alle telefonate o alle videochiamate per leggere dei racconti, commentare un film, una partita o un cartone animato insieme). È importante trasmettere interesse e passione per gli spazi che si trascorrono insieme, così che i bambini e/o ragazzi possano percepire chiaramente una partecipazione e la volontà di condividerlo.
- Mantenere una comunicazione quotidiana | Chiamare il proprio figlio (a) quanto più spesso è possibile e farsi raccontare la sua giornata, stabilendo degli appuntamenti “fissi” (per esempio, in concomitanza con i pasti, prima di andare a dormire). Se non è possibile telefonare o videochiamare, ci si può anche far inviare qualche foto sul cellulare. È importante trasmettere l’interesse per la sua quotidianità e per le persone per lui significative;
- Far sentire la propria presenza, soprattutto nelle occasioni importanti | Se non è possibile essere presenti fisicamente è bene motivarne con sincerità la ragione. È importante per mantenere il senso di fiducia. Comunicare vicinanza e condivisione emotiva è sempre molto importante, sia in occasione di un evento gioioso (a Natale come per il compleanno, in caso di un bel voto a scuola, come per un obiettivo raggiunto es. sport saggio ecc), sia triste (come una lite con un amico, un brutto voto, la perdita di un animale domestico, una delusione).
- Mai fare promesse che non si possono mantenere | Questo è un must che vale sempre ma, nei confronti dei figli, ancora di più. Può essere una fonte di dolore e frustrazione per entrambi, rischiando di minare la fiducia genitore/figlio.
- Non compensare sempre la lontananza con un regalo | Certo, è un pensiero che fa piacere ma la vicinanza e l’affetto si possono trasmettere anche senza dover mettere le mani al portafoglio. Anzi.
- Collaborare con il partner | È importante che tra padre e madre vi sia il più possibile complicità e unicità di visione nel gestire la genitorialità a distanza. Soprattutto, è fondamentale che il partner che rimane più tempo con il figlio non recrimini con lui la mancanza dell’altro genitore; i problemi coniugali devono restare all’interno della coppia, senza coinvolgere i figli per evitare di minare la serenità familiare.
In conclusione, essere un genitore distante non necessariamente significa essere un genitore emotivamente assente.
Si può essere molto presenti e attenti anche a chilometri di distanza. Magari anche molto di più.
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