Sono pochi o tanti gli autotrasportatori che installano un emulatore di adblue sul proprio camion? Difficile rispondere. Di certo, l’offerta sul web è vasta e crescente, così come su strada le infrazioni riscontrate dalla polizia stradale hanno un ritmo abbastanza costante. L’ultima in ordine di tempo è proprio di oggi pomeriggio e si è consumato sulla A 21, lungo la bretella di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza. È qui che una pattuglia della polizia stradale di Cremona ha fermato un camion Euro 5 (per la precisione un Renault Trucks) di proprietà di un’azienda di autotrasporto di Salerno. Nel corso del controllo sul veicolo gli agenti sono andati a verificare innanzi tutto gli indizi che possono allertare sulla possibile presenza dell’emulatore. Come ha spiegato in dettaglio il comandante della polizia stradale cremonese, il vicequestore Federica Deledda a K44 Risponde, nell’episodio on line da questa sera (16 novembre), i campanelli di allarme in tal senso sono diversi: alcuni rilevabili direttamente dal quadro strumenti (un quantitativo di adblue “rotondo” nel serbatoio, vale a dire 50 o 100 litri, invece che, per esempio, 31 o 63), altri rinvenibili nel tappo stesso del serbatoio (la presenza cioè di incrostazioni dettate dalla mancata apertura), altri ancora percepibili addirittura tramite l’ascolto del motore al momento dello spegnimento, in quanto produce quella sorta di soffio, funzionale ad evitare cristallizzazioni interne ai componenti dell’impianto SCR e che invece scompare nel caso sia stato installato un emulatore.
In ogni caso, questa ricognizione degli indizi per gli agenti è stata sufficiente per appurare che qualcosa non fosse regolare. E in effetti andando a verificare nella scatola dei fusibili l’assenza di quelli dedicati all’impianto di adblue, hanno toccato con mano la prova che da qualche parte fosse celato l’emulatore. A quel punto, in un tempo relativamente breve, è riuscita a rinvenire il congegno elettronico in grado di ingannare la centralina del camion sulla reale presenza di adblue nel serbatoio.
Così, esaurito il capitolo dedicato al controllo, si è aperto quello incentrato sulle sanzioni. Per la polizia stradale di Cremona va scritto sempre nello stesso modo, vale a dire applicando l’articolo 78 del codice della strada. Quello cioè che punisce chi circola con un «veicolo al quale siano state apportate modifiche alle caratteristiche indicate nel certificato di omologazione o di approvazione e nella carta di circolazione» con una sanzione amministrativa di 431 euro. Anche se, in questo caso, la sanzione amministrativa è una sorta di antipasto, perché la pietanza principale deriva dall’obbligo di sottoporre il camion a revisione nel luogo in cui è stato immatricolato, ovvero Salerno. Ma prima di poterla effettuare è necessario che dalla motorizzazione del luogo in cui è stata accertata l’infrazione, vale a dire la motorizzazione di Piacenza, venga inviata la carta di circolazione. Quanto tempo occorrerà per esaurire tutta la procedura? Impossibile dirlo con precisione, ma di certo non meno di 5 giorni. Che moltiplicati per il costo medio di un fermo macchina di un veicolo di questo tipo (intorno ai 400-450 euro al giorno) fanno schizzare molto più in alto la sanzione iniziale. E forse finiscono per determinare anche un effetto deterrente molto più convincente su chi ritiene che l’ambiente e l’aria che respiriamo siano esclusivamente un problema degli altri.
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