Lo scorso 13 ottobre 2020 abbiamo pubblicato un articolo che riferiva di uno sciopero organizzato da SI Cobas all’interporto di Parma con il supporto di dipendenti dell’azienda Autamarocchi. La notizia era frutto di fonti sindacali. Adesso, però, veniamo a sapere dalla società triestina che in realtà le cose sono andate diversamente. Ragion per cui andiamo, come da loro richiesto, a RETTIFICARE i seguenti aspetti:
- lo sciopero riferito non si è protratto per l’intera giornata, ma si è esaurito nel corso del mattino (intorno alle ore 11);
- la protesta è stata organizzata esclusivamente da persone esterne alla società Autamarocchi, e non, invece, da suoi autisti, i quali – viene specificato – «non hanno inteso aderire alla manifestazione, stante l’assenza di reali motivi di interesse per la categoria»;
- la protesta è stata opera di rappresentanti sindacali «con il sostegno di uno sparuto gruppo di facchini, strumentalizzando fatti risalenti nel tempo, e comunque legittimi, che sono serviti da “cassa di risonanza” per conseguire una maggiore adesione sindacale»;
- il blocco è stato rimosso tramite l’intervento delle Forze dell’Ordine, finalizzato a consentire la normale ripresa delle attività ed evitare il verificarsi di possibili incidenti, «considerato che i manifestanti, per almeno un paio d’ore, hanno ostacolato con la forza l’uscita degli automezzi dalla filiale».
A tal riguardo, possiamo aggiungere che le immagini pubblicate e diffuse sui social da Si Cobas, facevano riferimento al tentativo dei veicoli di Autamarocchi di uscire dalla struttura interportuale, senza però evidentemente riuscirci.