Non bastava il lockdown… Le concessionarie e le officine di veicoli (nel nostro caso parliamo di camion, ma è stata ancora più dura per quelle di vetture) stavano ancora curando le ferite provocate dall’emergenza sanitaria, quando la Corte di Cassazione ha fatto cadere sul loro capo una nuova e pesante tegola, legata all’uso delle targhe prove. Secondo i giudici infatti il ricorso a queste targhe è eccezionale ed è consentito soltanto se il veicolo non è immatricolato e dotato di carta di circolazione. I risvolti pratici di questa decisione sono tanti e tutti estremamente cari per le casse delle concessionarie. Ce li spiega in questo video Alessandro Zarpellon, uno dei titolari dell’omonima concessionaria DAF per le province di Vicenza, Verona e Trento.
Per fortuna, però, mentre la bufera ancora impazza e il ministero promette di emanare un regolamento che mette ordine alla vicenda, appaiono all’orizzonte delle prospettive più rosee. La prima è determinata dalla pubblicazione dei regolamenti attuativi del decreto che stanzia 122 milioni di euro per rinnovare il parco veicolare del settore. Finanziamenti per i quali si possono presentare le relative domande già a partire dal prossimo 1° ottobre.
Ma non è tutto perché sempre da ottobre anche i veicoli euro 3, che sono all’incirca il 24% del parco circolante, smetteranno di ottenere il rimborso delle accise di gasolio. E a quel punto continuare a lavorare con questi camion un po’ datati diventerà ancora più caro. Un motivo di più che potrebbe spingere in molti ad approfittare degli incentivi e a rottamare il proprio camion. Anche perché, come ci spiega Mauro Monfredini, responsabile marketing di DAF Veicoli Industriali, un veicolo euro 3 genera anche costi di esercizio maggiori, perché richiede maggiore manutenzione e consuma una quantità più alta di gasolio. Senza considerare che le sue dotazioni di sicurezza sono estremamente ridotte.
Buona strada a tutti e buona visione!
I video presenti nel programma sono stati registrati prima dell’emergenza Covid-19