La targa prova è uno strumento straordinario e provvisorio che è da utilizzare soltanto per circolare con un veicolo sprovvisto di carta di circolazione e di immatricolazione. Ma se l’immatricolazione esiste già il suo utilizzo non è consentito. È questo in sintesi il senso della sentenza n. 17665 del 25 agosto 2020 pronunciata dalla Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione che ha scatenato un autentico fiume di polemiche nel settore della distribuzione di veicoli (sia camion che vetture, siano essi nuovi oppure usati).
La prima polemica riguarda il fatto che in realtà una circolare del ministero dei Trasporti, vecchia ormai di 16 anni (risaliva al 4 aprile 2004), consentiva esattamente il contrario. Ma soprattutto il nucleo della querelle è di natura assicurativa, in quanto malgrado la targa prova includa una propria copertura, nel caso di incidente con veicolo già immatricolato cede il passo alla polizza stipulata su tale veicolo e di conseguenza è questa chiamata a rispondere. Ciò significa che se un meccanico effettua un giro con un veicolo per individuarne i problemi meccanici o per collaudare la riparazione, lo farà a rischio del cliente, chiamato a rispondere di eventuali danni che questi dovesse causare. E altrettanto accadrà nel caso in cui un potenziale cliente testi un veicolo usato in disponibilità di un rivenditore e di una concessionaria: in caso di sinistro sarà la copertura preesistente sul mezzo a essere chiamata in causa.
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, unitamente a quello dell’Interno, è subito corso ai ripari predisponendo una nuova disciplina della materia, da inserire in un regolamento ad hoc. Proprio in virtù di tale iniziativa l’associazione di settore AsConAuto ha cercato di calmare gli animi invitando i propri associati a comportarsi così come hanno sempre fatto, anche perché – sottolinea il suo presidente Fabrizio Guidi, si sta parlando di una sentenza e quindi di «un orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione non di una norma». In più aggiunge che, visto l’imminente pubblicazione di un nuovo regolamento sulla targa prova, le autorità competenti dovrebbero «perseguire eventuali abusi nei casi in cui della targa prova sia fatto un uso improprio, ma gli utilizzi professionali sono da tutelare». Anche perché – ha concluso – «l’uso della targa prova ha un costo notevole. E noi lo sosteniamo per far provare l’auto, nuova, usata o riparata a un cliente, per portarla da una officina a un’altra, per lavare l’auto e così via».