Calano i traffici del porto di Trieste che nel primo semestre 2020 ha movimentato 26.257.000 tonnellate di merce con una flessione del -14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una riduzione dovuta principalmente al decremento delle rinfuse liquide (-13%) corrispondente a circa il 64% del calo complessivo dei traffici; mentre le merci varie si attestano su una perdita del -10% e quello delle rinfuse solide del -70%. La contrazione delle rinfuse liquide e delle merci varie è riconducibile agli effetti del Covid, mentre sulle rinfuse solide pesa la chiusura dell’impianto siderurgico della Ferriera che rappresentava negli anni scorsi il 90% di tale traffico.
Meno sofferente il settore dei contenitori, che registra un lieve calo del -4%, con 376.250 TEU lavorati; qui la flessione è causata dalla diminuzione del traffico container sulle navi Ro-Ro da/per la Turchia. Incoraggiante la performance del molo VII, il terminal container del porto di Trieste, che ha mantenuto il trend ottenuto nel primo semestre del 2019.
Complessivamente il Ro-Ro ha perso il -5%, con 106.400 unità transitate, ma i dati del singolo mese di giugno fanno intravedere un potenziale recupero del comparto e si stima che nei prossimi mesi, salvo nuovi sviluppi sfavorevoli dell’emergenza in corso, si possa recuperare quanto perso in questa prima parte dell’anno.
Per quanto riguarda il traffico ferroviario, questo è calato del -25%, con 3.900 i treni movimentati, anche in questo caso il calo è riconducibile alla pandemia.
Nonostante la fase storica, i collegamenti intermodali verso l’Europa sono rimasti sempre attivi. Con 7 Paesi serviti regolarmente grazie alla presenza di svariate imprese ferroviarie anche straniere che operano nel porto, e nuovi servizi attivati e potenziati di recente, verso l’Austria e verso Padova, Trieste ha mantenuto salda la sua vocazione ferroviaria.