Hyundai è un marchio che in tanti conoscono. Come vetture, almeno. Molto probabilmente già da domani mattina potreste imparare a conoscerlo anche come marchio di camion. Perché dalla prima settimana di luglio un primo plotoncino di 10 Hyundai XCient Fuel Cell sono stati inviati in Svizzera, dove entro l’anno dovrebbero essere raggiunti da altri 40 veicoli (quindi 50 in totale), per iniziare la commercializzazione già da settembre. Ma la notizia non è soltanto che è un nuovo marchio che penetra sul mercato europeo, ma anche che si tratta del primo autocarro pesante a celle a combustibile prodotto in serie al mondo. E nei progetti della casa sudcoreana c’è l’obiettivo di arrivarne a vendere 1.600 entro il 2025.
XCient è alimentato da un sistema di celle a combustibile a idrogeno da 190 kW con pile a combustibile doppie da 95 kW. Sette grandi serbatoi di idrogeno offrono una capacità di stoccaggio combinato di circa 32,09 kg. L’autonomia è di circa 400 km, un chilometraggio concepito per andare incontro sia alle missioni di trasporto svizzere, sia alla diffusione dell’infrastruttura di ricarica. Il tempo di rifornimento di un camion è mediamente tra gli 8 e i 20 minuti.
Ma non finisce qui perché oltre a XCient Fuel Cell, Hyundai sta sviluppando un trattore per lunghe distanze dotato di un’autonomia di 1.000 chilometri. Sarà dotato di un sistema di celle a combustibile potenziato con elevata durata e potenza e sarà destinati a un po’ tutti i principali mercati, Europa compresa.
Hyundai ha scelto la Svizzera come punto di partenza per la sua impresa commerciale per vari motivi. Il primo è la tassa di circolazione svizzera LSVA, che non si applica ai camion a emissioni zero. In questo modo i costi di trasporto per chilometro del camion a celle a combustibile sono quasi uguali a quelli di un normale camion diesel. Inoltre la Svizzera è il Paese con una delle più alte quote di energia idroelettrica a livello mondiale e può quindi fornire energia verde sufficiente per la produzione di idrogeno. Una volta avviato il progetto, Hyundai intende replicarlo anche ad altri Paesi europei.