Una giornata di formazione interamente dedicata alle donne. L’evento, concepito da DAF Veicoli Industriali per essere organizzato a Misano tramite GuidarePilotare, era stato fissato in calendario in un giorno simbolico, l’8 marzo. Il Covid, poi, ci ha messo lo zampino mandando tutto all’aria. Ma non appena il governo ha concesso la possibilità di riprendere le attività formative, anche gli Ecodriving della casa olandese hanno ripreso a funzionare a partire dal 13 giugno. E il primo corso in assoluto è servito proprio a recuperare quello “saltato” il giorno della Festa della donna. Recupero parziale, almeno dal punto di vista delle partecipanti, perché se solitamente una classe viene composta da otto autisti, adesso i protocolli antivirus richiedono accortezze e distanziamenti maggiori. Alla fine quindi del plotoncino iniziale sono rimaste in quattro: Barbara Strozzi e Carla Arzenton, sono le due veterane, nel senso che entrambe vantano un’esperienza più che ventennale nella professione, seppure la prima nella distribuzione a medio e lungo raggio e la seconda nel cava-cantiere; Paola Gobetti ha 18 anni di lavoro alle spalle, per lo più nella distribuzione, ma da qualche tempo ha virato verso i passeggeri, abbandonando il trasporto merci; Silvia Cester, infine, è l’ultima arrivata, in quanto – come i lettori più attenti di Uomini e Traporti ricorderanno (vedi UeT n. 357) – ha iniziato a guidare un camion impiegato nel trasporto container meno di un anno fa. Ma per quale ragione DAF ha voluto dedicate alle donne autista il primo corso post-lockdown? «È da un po’ di tempo che le aziende di autotrasporto, sia in Italia che all’estero, faticano a trovare un ricambio generazionale di autisti – risponde Mauro Monfredini, responsabile marketing DAF Veicoli Industriali – in quanto i giovani non sono più attratti da questo tipo di professione. Per le donne, invece, il trend sembra contrario, nel senso che erano pochissime fino a poco tempo fa e adesso si stanno affacciando sempre di più a questo mondo con passione, competenza e professionalità. E oggi ne abbiamo avuto prova con autiste provenienti da settori diversi, alcune con molti anni di esperienza alle spalle, disposte a sacrificare un giorno di ferie pur di partecipare e di imparare». Sarà soltanto questione di approccio? Per scoprirlo andiamo a raccontare quanto accaduto durante il corso.
IL CORSO
Il DAF Ecodriving punta a due obiettivi conseguenti, nel senso che raggiungendo il principale – quello di elevare il livello di sicurezza di chi guida – si finisce anche per ottenere il secondo – migliorare i consumi di carburante. Per giungere a questo risultato si lavora in tre tempi: nel primo si guida un XF così come lo si farebbe normalmente, nel secondo si apprendono in aula le nozioni e le tecniche per prestare maggiore attenzione alla sicurezza e poi nel terzo si va ad applicarle in concreto ripetendo esattamente lo stesso percorso coperto all’inizio, registrando quindi le differenze di consumo tra i due giri. Da quando DAF organizza questi corsi li hanno seguiti più di duemila autisti e mediamente hanno migliorato i loro consumi nel secondo giro di oltre l’11% rispetto al primo, incrementando peraltro la velocità media di circa l’11%.
Ebbene, Barbara, Carla, Paola e Silvia pur partendo da ottimi dati, sono riuscite a migliorarsi molto di più, facendo lievitare la differenza di consumo di gasolio tra i due giri a oltre il 18%, mentre la velocità media è aumentata del 15%.
COME GIUSTIFICARE I MIGLIORI RISULTATI
Giorgio Porello, il coordinatore dei corsi Truck di GuidarePilotare, parla di «risultati sorprendenti» e sottolinea come le quattro partecipanti «sono state molto coinvolte sia nella parte teorica che in quella pratica, ascoltando con molta attenzione i suggerimenti degli istruttori». Anche lo stesso Monfredini, dopo essersi consultato con i formatori, ci riferisce che «insegnare alle donne è molto più semplice che insegnare agli uomini in quanto sono protette da meno preconcetti. Le quattro autiste, cioè, hanno dimostrato di avere una mente meglio disposta ad accettare consigli e suggerimenti, liberandosi del loro bagaglio di esperienza, seppure in qualche caso accumulato in tanti anni di lavoro. Gli uomini, al contrario, sono tendenzialmente più diffidenti nell’accettare consigli in quanto ritengono assoluta la loro esperienza e non consentono a nessuno di poterla in qualche modo integrare».
I COMMENTI DELLE PARTECIPANTI
Concetti che tutto sommato tornano anche nei commenti delle dirette interessate. Carla Arzenton, per esempio, ritiene che tante delle cose ascoltate erano già in parte conosciute, «tuttavia sentirle in maniera “scientifica” ha tutta un’altra valenza: si memorizzano meglio e soprattutto capisci il perché di determinate dinamiche del veicolo. Sicuramente farò tesoro di tutti i suggerimenti ricevuti nel lavoro di tutti i giorni».
Discorso analogo quello di Barbara Strozzi, perché anche lei, seppure ha alle spalle una carriera ventennale, ammette candidamente che «non si finisce mai di imparare. E oggi di certo ho imparato come rendere la guida più fluida, più scorrevole, più funzionale a sfruttare la potenza del motore e quindi a consumare meno. Il mio capo, di questo, sarà molto contento».
Per Paola Gobetti, tornare alla guida di un camion dopo che il suo quotidiano attualmente gira attorno al volante di un autobus, è stata una vera emozione, anche perché – sottolinea – «negli ultimi sei anni, vale a dire da quando ho cambiato settore, mi sembra che i veicoli abbiano subito un’importante evoluzione». Anche se per lei il bagaglio di nozioni più voluminoso che si porta a casa, riguarda soprattutto la sicurezza: «la tenuta di strada del mezzo, l’inserimento in curva, il controllo del peso».
Silvia Cester, infine, avendo iniziato la professione soltanto 11 mesi fa, non ha nessun intralcio di esperienza nel suo percorso di apprendimento. Anzi, è come una spugna che assorbe, un foglio bianco su cui scrivere con entusiasmo. Lo stesso con cui, con gli occhi sgranati, ammette: «Non vedo l’ora di mettere in pratica tutto quanto ho imparato sulla guida già da lunedì mattina». Rimani così, Silvia: il settore ha bisogno di te!