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Cargo aereo e ferroviario: container da cabina e treni di pastasciutta

Le misure di contenimento del contagio hanno colpito anche altre modalità di trasporto, ma – sia pure con contrazioni importanti – il cargo aereo e quello ferroviario hanno avuto un ruolo da protagonisti nel trasporto di materiali sanitari e nell’agroalimentare

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Se l’autotrasporto piange, le altre modalità non ridono. È impietosa la fotografia scattata dal Centro studi Confetra e da Ranstadt Italia: la contrazione media dei volumi in due mesi è fra 35 e 45%. Il cargo aereo ha subito a marzo un ulteriore crollo del 40%. Il cargo ferroviario, se regge nel combinato (che però movimenta circa 30 mila ton di merci l’anno) perde il 50% nei treni completi. I corrieri lamentano contrazioni fino al 70% e i terminal portuali dal 10 al 30%.

Eppure, questo muro del pianto esalta specificità delle singole modalità – soprattutto di cargo ferroviario e aereo – adattandole alle tipologie di merce. A cominciare dalle forniture sanitarie che, su lunghe distanze e a causa dell’urgenza di richieste, sono trasportate da molte compagnie aeree impiegando velivoli passeggeri che, con il crollo del traffico (-60% nell’ultima settimana di marzo in Europa), resterebbero fermi negli hangar. Austrian Airlines con due Boeing 777 ha trasportato in Europa medicinali e due milioni di mascherine con un Airbus A330-800. La compagna di Dubai, Emirates SkyCargo, ha portato a 51 le destinazioni verso cui trasporta cibo e attrezzature mediche con Boeing 777-300ER. L’olandese Trip&Co ha creato addirittura due minicontainer da 80 chili modellati sulla figura del sedile, così da caricare merce senza rimuovere dalla carlinga i posti a sedere. 

L’unico freno al settore è il balzo dei costi: a fine marzo il noleggio di un cargo da Shanghai all’Europa superava il milione di dollari, contro i 400 mila usuali e il costo di un Boeing 747-800 allestito cargo era balzato da 320 mila dollari a oltre un milione.

Il cargo ferroviario, invece, non fa leva solo tariffe contenute: ogni convoglio porta l’equivalente di 32 camion, riducendo i tanto temuti contatti interpersonali. È una precauzione sanitaria, ma anche una garanzia di fluidità del traffico attraverso le frontiere. Lo ha ammesso Alessio Muciaccia, Ceo della compagnia GTS di Bari: «Il sistema intermodale – ha detto al Sole 24 Ore – è messo a dura prova da un inaspettato aumento di ordini sulle rotte internazionali con incrementi anche del 70%. Le infinite code di camion che si formano alle frontiere per i controlli sanitari, oltre che la scarsità di autisti disponibili a recarsi nei paesi maggiormente colpiti, hanno riversato enormi quantità di merce sulla ferrovia». Prova ne sia che se in Italia il lockdown del 23 marzo ha inferto un duro colpo al comparto, tagliando il traffico del 45% nelle ultime tre settimane del mese (182 treni rispetto a 308) a causa dello stop delle spedizioni di siderurgico-automotive, la domanda verso l’Europa è più sostenuta. Il Polo Mercitalia, sub holding del Gruppo FS, da inizio crisi ha distribuito 3,5 milioni di tonnellate di merci in tutto il continente, la controllata TX Logistik Group ha fatto viaggiare oltre 550 mila tonnellate in 11 Paesi con mille treni e Mercitalia Rail 2,5 milioni di tonnellate in 20 Paesi con 6 mila treni.

A spingere i traffici sono agroalimentare e sanitario. Mercitalia Logistics ha consegnato 50.000 tonnellate varie alla GDO in Italia e in Francia. Conserve Italia, gruppo titolare di 11 marchi (tra cui Cirio, Yoga e Valfrutta), ha movimento via ferro 30 mila tonnellate in Germania e in Francia. Il 23% delle aziende che esportano prosecco di Valdobbiadene hanno scoperto l’intermodalità – e quindi il treno – per l’export, principale canale di sbocco di questo vino. TXL trasporta in 36 ore i salmoni danesi nei punti di vendita italiani e il parmigiano italiano in una notte in quelli tedeschi. Verso la Germania, secondo mercato europeo di Barilla, si muovono pure i treni in partenza due volte a settimana dall’interporto di Parma e gestiti da GTS, con il supporto tecnico degli svizzeri di SBB Cargo, per far giungere la pasta al terminal DB di Ulm. E sempre in Germania, la catena di 4 mila supermercati Aldi, per non restare sprovvista di pasta italiana, ha organizzato treni speciali dalla Campania a Norimberga con Deutsche Bahn cargo: la prima consegna, ai primi di aprile, consisteva in 60 mila pacchi di fusilli, 75 mila di penne e 250 mila di spaghetti. Buon appetito!

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