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I camion viaggiano mezzi vuoti? Una ricerca sulla GDO prova a smentire falsi miti

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I camion viaggiano mezzi vuoti e, anche per questo, la logistica per le aziende è solo un costo e comunque non riesce a stare al passo coi tempi. Quante volte abbiamo sentito lamentele di questo tipo? Ebbene, secondo una ricerca di GS1 Italy, associazione che riunisce 35 mila imprese di beni di consumo, si tratta di luoghi comuni e falsi miti. Lo studio, realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e l’Università Cattaneo LIUC e intitolato «Mappatura dei flussi logistici nel settore del largo consumo in Italia», analizza l’evoluzione della catena logistica italiana dal 2009 a oggi, con risultati che appaiono sorprendenti.

Stiamo innanzitutto parlando di un settore di primo livello, visto che in un anno sono oltre 3,2 miliardi i colli di merce di largo consumo trasportati sui camion che ritirano i prodotti dalle aziende e li consegnano nei punti vendita della Grande Distribuzione. Questi prodotti riempiono 68 milioni di pallet all’anno e arrivano ogni giorno a destinazione per garantire che gli scaffali dei negozi siano sempre ben forniti, anche in momenti di grande complessità come quello attuale.

Secondo GS1 Italy, però, sulla logistica delle merci le idee sono parecchio confuse. Per questo ha elaborato due infografiche che contraddicono convinzioni radicate del settore e rivelano inedite curiosità.

Sul fatto che i camion viaggino sempre mezzi vuoti, per esempio, i ricercatori obiettano che quasi tre quarti dei veicoli che trasportano prodotti dagli stabilimenti ai Ce.Di. (le piattaforme di distribuzione della GDO) partono carichi per oltre il 90% della loro capacità, con un aumento del 3% nell’ultimo decennio. Qui forse si potrebbe obiettare che solitamente il problema dei viaggi a vuoto è riferito agli spostamenti di ritorno, cioè alla difficoltà di trovare merce da trasportare nel percorso a ritroso verso la propria base.

Quasi tre quarti dei veicoli che trasportano prodotti dagli stabilimenti alle piattaforme di distribuzione partono carichi per oltre il 90% della loro capacità, con un aumento del 3% nell’ultimo decennio

Sulle obiezioni invece che la logistica sia un costo, che non riesca a evolvere e a far fronte a contesti sempre più complessi e bisogni più eterogenei, la ricerca oppone dati e numeri.  Rispetto a 10 anni fa – si legge – è diventata più efficiente, ha ridotto di 160 milioni di euro i costi e diminuito di 97 mila tonnellate le emissioni di CO2 nell’ambiente ogni anno. Quest’ultimo risultato è stato ottenuto nel 2018 razionalizzando i trasporti dagli stabilimenti di produzione ai Ce.Di. ed evitando così l’equivalente di 450 mila viaggi annui rispetto al 2009.

Sempre nel periodo 2009-2018, il flusso di merci tra produttori e distribuzione è aumentato in media di 20 milioni di colli all’anno e il numero dei prodotti nei Ce.Di. è cresciuto del 2% annuo. Ma il sistema ha assorbito senza problemi questi incrementi, dato che 98 consegne su 100 avvengono nei tempi previsti (ed anzi più velocemente rispetto al 2009), mentre il 42% di esse ai centri distributivi è organizzato con il sistema di prenotazione degli slot di scarico.

La “Mappatura dei flussi logistici nel settore del largo consumo in Italia” è disponibile online all’indirizzo https://gs1it.org/files/sharing/1579618192/1526/.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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