Qualche giorno fa su un importante quotidiano nazionale era apparsa una notizia secondo cui l’epidemia da Covid-19 avrebbe avuto come principale veicolo di infezione i camion che avevano viaggiato lungo le autostrade. Questa strana teoria – avanzata tra l’altro da un matematico e non da un virologo o epidemiologo – aveva suscitato parecchie perplessità sia per l’empiricità dell’analisi che per le conclusioni basate esclusivamente su dati statistici o logistici e anche su qualche antipatico luogo comune (perché gli autotrasportatori dovrebbero essere più contaminati rispetto ai normali automobilisti?).
A smentire definitivamente queste illazioni interviene ora un’indagine di Ebitral, l’ente bilaterale del trasporto e della logistica, composto da Fai Bergamo e dai sindacati provinciali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. L’associazione ha infatti svolto un’analisi su un campione di 2.880 trasportatori della provincia bergamasca, una delle più colpite dalla pandemia, con un tasso di mortalità che fra marzo e aprile ha fatto segnare un aumento del 400% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, contro il 20 % di morti in più registrati mediamente a livello nazionale. Ebbene, da questo studio risulta che i camionisti trovati positivi sono stati lo 0,56% del totale, nettamente al di sotto della media italiana.
Nel presentare la ricerca, Fabrizio Rottoli, presidente di Ebitral, stigmatizza con una certa rabbia il comportamento di chi «ha ‘criminalizzato’ i camionisti, indicandoli fra i principali responsabili della diffusione del contagio… Se si hanno le prove di quanto si afferma le si esibisca immediatamente o, in caso contrario, ci si assuma le proprie responsabilità, perché fare simili affermazioni, senza averne la certezza inconfutabile, è di una gravità incredibile».
da questo studio risulta che i camionisti trovati positivi sono stati lo 0,56% del totale, nettamente al di sotto della media italiana
Secondo Rottoli ci sono parecchie cose che non tornano. Chi ha indicato nei camion il possibile principale veicolo di contagio ha infatti affermato che «sarebbe interessante verificare la frequenza dei contagi nella categoria dei trasportatori», lasciando intendere che tale verifica non sia stata fatta: «Ma soprattutto – puntualizza Rottoli – se fossero veri certi teoremi accusatori formulati, nella Bergamasca, il campo di battaglia più insanguinato, avremmo probabilmente dovuto registrare una strage di contagiati e di vittime anche fra coloro che dovrebbero essere i presunti principali veicoli dell’epidemia da Covid 19. Cosa che dall’indagine realizzata fra i dipendenti delle imprese di autotrasporto associate all’Ente bilaterale del trasporto non risulta affatto».
Il presidente di Ebitral loda viceversa lo sforzo eroico di «decine di migliaia di persone del trasporto merci che ogni giorno, a Bergamo come in tutta Italia, mettono a rischio la propria salute e la propria vita per consegnare prodotti alimentari nei supermercati e nei negozi, bombole di ossigeno e medicinali negli ospedali e nelle farmacie… e questo senza che alle imprese venga fornita l’unica ‘cura’ di cui avrebbero bisogno, ovvero denaro liquido disponibile subito per pagare i conducenti, il carburante, la manutenzione”.
nelle imprese di autotrasporto bergamasche i contagi risultano bassissimi, se si pensa che Bergamo è l’epicentro del contagio. Forse anche perché l’autotrasporto è stato fra i primissimi settori a usare ogni precauzione, dalla mascherina ai guanti, arrivando spesso, in diverse aziende, ad acquistare strumenti per sanificare cabine e rimorchi
Rottoli e Giacomo Ricciardi, sindacalista della Uil Trasporti e vicepresidente di Ebitral, si dicono tuttavia pronti a bloccare le attività della categoria se si dimostrasse, con dati certi alla mano e non teoremi privi del più elementare corollario, che è la categoria degli autotrasportatori a diffondere il virus: “Milioni d’italiani sono in attesa di fare screening di massa – spiega Ricciardi – Noi a questo punto aspettiamo di avere dati su quanti camionisti sono risultati positivi e magari su quanti tamponi sono stati fatti su di loro e sui loro familiari. Ma quegli stessi dati che noi continuiamo a raccogliere nelle imprese di autotrasporto bergamasche ci dicono che, ad oggi, i contagi risultano bassi (bassissimi se si pensa che Bergamo è l’epicentro del contagio). Forse anche perché l’autotrasporto è stato fra i primissimi settori a usare ogni precauzione, dalla mascherina ai guanti, arrivando spesso, in diverse aziende, ad acquistare strumenti per sanificare le cabine e i rimorchi. Apparecchiature che costano migliaia di euro, acquistati dagli imprenditori pagando ovviamente di tasca propria».