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I primi 40 anni di Cavi Diesel

Tre giorni di festeggiamenti e oltre cinquecento persone coinvolte. La concessionaria bresciana per i marchi DAF, Isuzu, Nissan, Piaggio Commerciali e VDL Bus&Coach fa un punto sul percorso fatto dal 1979 a oggi e lancia uno sguardo sul futuro con entusiasmo e ottimismo

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È una bella storia quella della Cavi Diesel Sp, nata nel 1979 come Centro di Assistenza Veicoli Industriali, con un’officina dedicata alla manutenzione e alla riparazione di mezzi da lavoro leggeri e pesanti e, nel 2006, entrata nel Gruppo Brixia Finanziaria guidato da Paolo Zani e Paolo Papetti. Una attività nuova per questa società il cui core business era focalizzato sulle utilities e sui distributori di carburante, ma che Zani aveva fortemente voluto intraprendere «per aiutare un caro amico allora in difficoltà e al contempo salvare 94 famiglie», come spiega Paolo Papetti, attuale presidente di Cavi Diesel, precisando che «questa almeno era la ragione primaria della compravendita, alla quale certo non erano estranee altre motivazioni di natura economica e imprenditoriale: Zani era fatto così, il profitto come vettore, ma l’umanità come sensore».

In realtà la Cavi Diesel aveva cambiato pelle già nei primi anni Ottanta, quando da mero centro post vendita, aveva allargato i suoi orizzonti divenendo nel 1985 concessionaria DAF e nel 1989 Nissan Trucks. Soltanto in anni più recenti arrivano pure i mandati con Piaggio Commercial (2009), Solaris Bus&Coach (2012), Isuzu (2018) e VDL Bus&Coach (inizio 2019). Così oggi Cavi copre un ventaglio estremamente allargato di attività: offre assistenza 24 h e soccorso stradale (in collaborazione con Formau), vende camion e furgoni (nuovi, usati e Km0), così come autobus, effettua fornitura di ricambi (a marchio Paccar Parts, TRP e MTruck Maurelli) di prima e seconda linea e poi, ai tradizionali strumenti finanziari affianca pure il noleggio, offerto tramite  il partner Vrent, per mettere i mezzi nella disponibilità del cliente.

Ma l’organizzazione di Cavi Diesel non è soltanto allargata, ma anche circolare, nel senso che mette il trasportatore nelle condizioni di poter beneficiare con un’unica sosta di tutti i servizi e gli interventi di cui ha bisogno, sul veicolo come sul semirimorchio, sugli pneumatici come sul tachigrafo. Senza considerare che a ogni passaggio, il sistema gestionale della concessionaria aggiorna i dati del veicolo e informa il suo titolare di scadenze relative a tagliandi, revisioni, ecc. Insomma, una sorta di mega-segreteria funzionale a far risparmiare al cliente tempo e a minimizzare costosi fermi macchina.

Oggi Cavi Diesel opera su tre sedi operative: Calcinato (Bs), San Giuliano Milanese e Bolzano, si avvale della collaborazione di una quarantina di dipendenti. Per il prossimo futuro però ha in animo di ampliare la sede di Bolzano con una nuova area espositiva, di aprire nuove sedi a Milano (per fornire assistenza ai bus) e a Mantova (come officina autorizzata truck). «Invito tutti a guardare alla Cavi Diesel come a un’azienda ambiziosa, che vuole crescere e ha le potenzialità per farlo» ha sottolineato Alice Pulici, AD della società che, con energia e passione, guida la società che ha chiuso il 2018 con un fatturato di oltre 20 milioni di euro (l’80% circa dato dalle vendite di trattori DAF), un risultato che dovrebbe essere confermato anche per il 2019. «È nostro preciso dovere adoperarci assiduamente per costruire una Cavi Diesel migliore – chiosa Pulici – siamo consapevoli che oggi più che mai dobbiamo lavorare su quei caratteri intrinsechi che definiscono il successo di un’impresa, come l’adozione di un comportamento etico e la creazione di relazioni stabili, la profusione di un’identità comune e di una cultura aziendale (e non) e il maggior coinvolgimento delle risorse umane nelle dinamiche aziendali». Paolo Zani ne sarebbe certamente orgoglioso.

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La redazione di Uomini e Trasporti

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