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Verso un e-commerce sostenibile: come ridurre l’impatto del packaging

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Anche l’industria italiana del packaging (33,4 miliardi di euro il fatturato 2018, +2,4% anno su anno; 7,85 miliardi quello dei produttori di macchine, +9,4% anno su anno) fa i conti con la sostenibilità ambientale, sotto la spinta dell’e-commerce in costante aumento e, anche se con numeri meno importanti, anche nel nostro Paese. Uno studio di PostNord fissa la quota di acquirenti online italiani al 61% della popolazione mentre nel Regno Unito raggiunge il 93%, in Germania l’88%, in Francia e Spagna l’84%. Tornado dentro i nostri confini, nel 2018 sono state registrate 260 milioni di spedizioni e nella sola città di Milano con un aumento del 6% del cartone raccolto e da riciclare.

Con questi numeri alla mano si è ragionato in sede della Economic Packaging Conference”, promossa dall’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi dalla quale sono emerse.

Un trend che dovrà convivere con direttive europee sempre più rigide in tema di salvaguardia dell’ambiente e con consumatori sempre più attenti agli aspetti green che premieranno brand più sostenibili come emerge da un sondaggio di Packaging World, dove il 79% di circa duemila consumatori intervistati asserisce di preferire prodotti con imballaggi sostenibili.

Non a caso colossi come Yoox con Yooxygen o Amazon con Shipment Zero si prefiggono l’obiettivo di ridurre del 50% le emissioni di CO2 che derivano dalle spedizioni entro 10 anni. Per raggiungere questo obiettivo occorre adottare diverse strategie. Una è certamente quella di ridurre il packaging passando da un confezionamento dei prodotti standard a uno sartoriale.

L’idea è stata elaborata nella fucina di Supernova Hub, che oggi si occupa, delle spedizioni di grandi clienti a livello internazionale, come nel caso di Westwing: una macchina capace di confezionare il packaging intorno all’oggetto da spedire. La stampante è in grado di produrre in 24 ore 6mila scatole destinate all’e-commerce, nella dimensione richiesta per contenere l’oggetto da spedire.

In pratica, Westwing (articoli per la casa) acquista grossi quantitativi di merce che arrivano nel suo magazzino in confezioni adatte a essere trasportate ma che, per essere spedite al cliente finale, devono essere spacchettate e riconfezionate. La procedura veniva realizzata utilizzando scatole di dimensione standard che però quasi mai si adattavano perfettamente al prodotto da impacchettare e che necessitavano di essere o portate a misura o riempiete di materiale anti-urto, con un aggravio di tempi e costi. Oggi la macchina è in grado di trasformare risme di cartone più resistente rispetto al classico preformato in scatole di dimensione variabile che copre circa l’80% dell’esigenza della merce in uscita da magazzino.

Il progetto pilota ha consentito a Westwing una riduzione delle inefficienze, un miglioramento della produttività, una riduzione tra il 5 e il 10% del costo medio della spedizione grazie all’efficientamento volumetrico.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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