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Black Friday Amazon a rischio, scioperano i corrieri di Torino e Cuneo

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Per Amazon il prossimo Black Friday in Piemonte rischia di essere veramente “nero”. Gli addetti alla distribuzione delle merci collegati ai poli di smistamento della multinazionale americana di Brandizzo (Torino) e Marene (Cuneo) hanno infatti indetto uno sciopero proprio nei giorni immediatamente precedenti all’evento del 29 novembre dedicato ai super-sconti. Si tratta di due magazzini minori rispetto a quello recentemente inaugurato di Torrazza Piemonte, ma che potrebbero comunque causare un certo disagio sulle consegne del Nord Italia.

La protesta – 16 ore di sciopero da domani 27 novembre, senza preavviso – è stata indetta dalla Rsa della Uil Trasporti del settore logistica per denunciare «i carichi di lavoro estenuanti, i nastri lavorativi prolungati, il lavoro domenicale e i continui cambi di rotta», dovuti alla costante crescita dei volumi delle attività, «una crescita che richiede una riorganizzazione definitiva del lavoro». La protesta è stata indetta dopo che i vertici aziendali non avevano dato risposte positive alle richieste dei sindacati che, a garanzia della sicurezza dei lavoratori, avevano preteso il ridimensionamento dei carichi di lavoro con l’aumento del personale, un orario di lavoro chiaro e concordato e un accordo quadro di stabilimento. Quest’ultimo avrebbe dovuto prevedere un graduale miglioramento delle condizioni salariali, uguali per tutti, regole precise sui danni e la riduzione della precarietà dei lavoratori della Team Work, attualmente con contratto di apprendistato. L’obiettivo dei sindacati è quello di raggiungere un’adesione da parte dei lavoratori di almeno il 50%.

È palese dunque che i sindacati vogliano forzare la mano all’azienda, anche in vista del lunedì successivo, il cosiddetto Cyber Monday. Lo scorso luglio, in occasione dell’Amazon Prime Day di due giorni, sono stati acquistati oltre 175 milioni di prodotti sulla famosa piattaforma di e-commerce e il “venerdì nero” è un evento ancor più performante (si calcola un giro d’affari complessivo intorno ai 2 miliardi di euro).

Tuttavia, come ha successivamente precisato in una nota Amazon, lo sciopero riguarda solo i dipendenti delle aziende che si occupano della consegna degli ordini – in pratica i corrieri – e non quelli della società. Per le consegne ai clienti infatti l’azienda si avvale di piccole e medie imprese specializzate.

«Non sono in corso agitazioni che coinvolgono personale di Amazon in Italia e i nostri dipendenti stanno lavorando per mantenere la promessa di consegna fatta ai clienti», ha tenuto a precisare il colosso di Jeff Bezos. Amazon ha poi spiegato che tutti i fornitori di servizi di consegna rispettano il Codice di condotta dei fornitori Amazon, che assicura che «gli autisti ricevano compensi adeguati, siano trattati con rispetto, si attengano a tutte le normative vigenti e al codice della strada e guidino in modo sicuro. Inoltre effettuiamo verifiche su qualsiasi segnalazione di non conformità. Inoltre il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere. Amazon assegna infine le rotte ai fornitori che poi le trasmettono agli autisti sulla base della loro disponibilità».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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