La ragione perché i muscoli si contraggono (e quindi creano malore) è semplice: tutto nasce, oltre che ovviamente dalla persistenza in una posizione, dalla sensazione di trovarsi in condizioni di potenziale pericolo. Provate a farci caso: dopo aver guidato un’intera giornata sotto un’abbondante nevicata, su una strada particolarmente stretta o su una molto affollata è molto più probabile che si percepiscano tensioni rispetto a quando si viaggia sereni su una strada quasi deserta. Insomma, spesso a complicare le cose è anche lo stress, che affatica i muscoli quasi quanto un’attività intensa.
Questo dolore che parte dal collo e poi si allarga fino a toccare quasi tutte le spalle (nei casi più gravi anche alle braccia) è detto in gergo comune “cervicale”, più tecnicamente “cervicalgia”. Attenzione: non si tratta di un disturbo che colpisce soltanto gli autotrasportatori. Le statistiche dicono che ne soffrono circa 2 persone ogni 3. E che comunque, chi guida spesso è più esposto. Cosa vuol dire “spesso”? Qui le statistiche vi faranno sorridere: circa 20 ore alla settimana. Dal che potrete dedurne che voi, in quanto categoria professionale, guidate spessissimo e soffrirete anche spessissimo di cervicale.
In ogni caso la questione va presa sul serio. E soprattutto prima che raggiunga le forme più fastidiose sarà bene lavorare di prevenzione. Il primo metodo al riguarda è quello di cercare di conservare per quanto possibile una posizione corretta (quindi con la schiena il più possibile dritta) aiutandosi anche con un piccolo trucco: modificare la regolazione del sedile ogni qual volta dovete rispettare un’interruzione, in modo da cambiare di conseguenza anche la postura. E poi, oltre che fare due passi, vi sarà molto utile eseguire alcuni semplici esercizi, come quelli che ci consiglia nel video la “nostra” Alessandra Ranuzzi.